Gli album shoegaze e dream pop che non vediamo l’ora di sentire nel 2019

Rev Rev Rev

Il 2018 è finito così, con venti dischi eccellenti e molti altri ugualmente belli che solo la dolorosa e dittatoriale matematica del top 20 ha escluso dalla lista – ma non dagli ascolti di Shoegaze Blog: lasciati incuriosire e spulcia i post e le playlist di questo sito, toverai un sacco di gemme da scoprire e condividere. Il 2019 invece si preannuncia così: grandi ritorni, grandi attese e grandi timori. Sarà un caso, ma che tutto questo avvenga nell’ultimo anno targato Dieci – quando si tirano le somme di un intero decennio e ogni generazione schierata in campo ha la sua narrazione privilegiata – fa pensare che ci sia una scelta precisa, o quantomeno una piccola consapevolezza di voler partecipare da protagonisti a un gran finale ancora tutto da scrivere e soprattutto da vivere.

Di sicuro, Knocturne dei Be Forest è uno degli album più attesi del 2019. In uscita il prossimo 8 febbraio, è stato anticipato dallo strumentale Atto I e da Bengala, un singolo che alza l’asticella delle aspettative. Altro disco che sta suscitando grande interesse è Life happened di True Sleeper, ovvero Marco Barzetti, ex Weird. nonché chitarrista dei Sonic Jesus. Il singolo presentato in anteprima su Shoegaze Blog, Blurred hearts, è bellissimo. Il disco uscirà in primavera.

Restando in ambito italiano, ci sono grandi novità sul fronte Rev Rev Rev. Si comincia il 19 gennaio al Mikasa di Bologna con concerto all’interno del festival shoegaze In a State of Flux (assieme a In Her Eye, Stella Diana e Backlash). Si prosegue con la partecipazione al SXSW 2019 a marzo e, infine, si giunge alla tanto attesa pubblicazione del nuovo album, probabilmente a settembre. Sebastian Lugli, chitarrista del gruppo, descrive i brani come oscuri e misterici. Qualcosa si muove anche dalle parti dei Clustersun. La band siciliana è impegnata nelle registrazioni delle canzoni: a quanto pare, la nuova formazione a tre ha portato a un suono molto più cattivo e a un’accentuazione della componente psichedelica, un po’ in chiave Fuzz Club. La speranza è che qualcosa, magari un singolo, possa uscire entro la fine dell’anno. L’album più probabilmente vedrà la luce nel 2020.

Torna nel 2019 anche Cristallo, di cui avevo raccontato il primo ep in questi termini: “Post punk al rallentatore e vuoti d’aria tutto intorno”. Francesca Pizzo, oggi unica titolare del progetto, è al lavoro sul nuovo ep, composto da “pezzi d’ambra”, come racconta lei stessa. Direi che ce n’è abbastanza per aspettarsi qualcosa che ti stringe il cuore e ti apre l’anima.

Poi c’è Gold Mass, ovvero Emanuela Ligarò. La sua musica è una sorta di dream pop elettronico molto raffinato e d’atmosfera. Dopo due singoli molto belli, Happiness in a way e Our reality,  nella primavera del 2019 uscirà l’album Transitions, prodotto da Paul Savage (Mogwai, Arab Strap): si attendono grandi cose. E grandi emozioni.

Buone notizie anche dalla Russia: i Blankenberge (autori di uno dei dischi più belli del 2017, Radiogaze) sono in studio impegnati nella registrazione del nuovo album. Inutile aggiungere altro: attendo il solito furore shoegaze nella formula brevettata grazia+tempesta=brividi. Anche Hatchie potrebbe pubblicare roba nuova nel corso del prossimo anno, magari in vista della partecipazione al Primavera Sound. Qualcuno ipotizza che pure M83 possa tornare con nuova musica: mi aspetto un super album che riscatti la parziale delusione di Junk.

Manca qualcuno?

Mancano all’appello i Chromatics: il pluriannunciato e pluriposticipato Dear Tommy ancora non si vede all’orizzonte (ma se non altro nel 2018 si è potuto ascoltare, tra le altre cose, anche un singolo capolavoro come Blue girl).

Nessun altro?

Alla voce grandi timori ci sono loro. I My Bloody Valentine avevano promesso un disco nuovo (anzi, due ep) nel 2018. Non è stato pubblicato nulla, naturalmente. Tutto nella norma, insomma. Se vuoi un riassunto delle puntate precedenti, puoi cliccare qui.