Buio, luce e quello che sta in mezzo.
Recensione
La depressione ciliegia del duo di Baltimora è un bouquet di canzoni al ralenti.
Ma non ti lascerà indifferente.
La band statunitense non è mai stata categorizzata come “file under: happy ending”.
La sintesi tra i Pumpkins di “Hummer” e gli Slowdive di “When the sun hits”. Non roba da poco, insomma.
Il post-punk incontra il pop e la band danese non è mai stata così tanto se stessa.
Plateaux, Red Mishima, The Backlash e Rev Rev Rev: ecco il racconto di una serata nel segno dello shoegaze italiano.
Note sottili, foschia diffusa, melodie ovattate: gli Obree colpiscono al cuore.
Post punk al rallentatore e vuoti d’aria intorno: i Melampus diventano Cristallo e calano il loro suono in una nuova oscurità.
Hai mai ascoltato i Cocteau Twins e Marvin Gaye contemporaneamente? Prova con i Veldt.
Rinnovamento nella continuità: lo shoegaze moderno può contare sugli Aerofall.
I Deafcult con “Auras” hanno un modo efficace di intendere lo shoegaze: riverberi estremi, melodie che restano, suono massimo.