Best of 2018: gli album dell’anno secondo Collapse, Kraus, In Her Eye e Klam

Solitamente le liste di dicembre con gli album e le canzoni più belle dell’anno sono quasi un’esclusiva degli addetti ai lavori e degli appassionati. Shoegaze Blog però vuole sapere quali sono le preferenze degli artisti. L’anno scorso la domanda era stata posta ai Blankenberge, ai Pia Fraus e ai Morelings e le scelte sono state molto interessanti. Quest’anno ho coinvolto quattro dei nomi che sono finiti nella lista dei 20 migliori album shoegaze del 2018: ognuno di loro ha interpretato a modo suo il compito e le risposte sono tutte affascinanti e sorprendenti. Ecco dunque i dischi e le canzoni migliori del 2018 secondo In Her Eye, Klam, Collapse e Kraus. Leggi che cosa hanno da suggerirti e premi play.

In Her Eye

Giuseppe Galotti (basso, voce): “Vivo costantemente con una colonna sonora nelle mie orecchie, anche quando dormo. Quindi mi è spesso difficile parlare di musica perché è come se dovessi descrivere il sistema circolatorio o giudicare quale vena fluisce meglio di un’altra. Farò uno sforzo e chiuderò gli occhi in questo momento. Inizio già a sentire vibrare l’addome, a ogni nota percepita, ricordata e riascoltata per l’occasione, della moltitudine di capolavori che ho potuto divorare, in modo quasi dannato, per quest’anno. Se non entri a capofitto, se non ti immergi, non spegni il cervello e non apri il tuo Kokoro (termine giapponese che intente sia il cuore che la mente) forse non potrai apprezzare fino in fondo”.

Softer Still, Nuances. “Questo è un disco che continua a risuonare nelle orecchie anche quando spegni lo stereo. Romantico, etereo e profondo. Profuma di sala giochi anni 80, di jeans e vestiti un po’ abbondanti. Di solito si usano per nascondere un grande cuore”.

Winter & Triptides, Estrela mágica. “Ho scoperto questa perla quasi per caso e mi ci sono perso dentro. Sorprende già il connubio perfetto tra shoegaze e psichedelia, figuriamoci con il cantato brasiliano che spesso richiama quegli anni 70 in salsa verde oro. Due artisti che si fondono per creare una grazia divina. Profumo di estate, mare e un buon vino in veranda”.

Mazzy Star, Still. “Forse il disco più profondo tra tutti questi. Epico. Inarrivabile. Viscerale e virale. Oltre. Quando sei in linea con l’universo e riesci a comprendere il tutto. Quando gli alberi ti trasmettono le loro vibrazioni, fino a farti sentire ogni vena in corpo, ogni arto come un’estensione dei loro rami. Profuma di foresta, acqua torrenziale, autunno ed erba appena tagliata”.

Beechwood, Inside the Flesh Hotel. “Il disco dell’anno per quanto mi riguarda. C’è tutto quello che mi piace in così poco spazio! Un mix graffiante di rock’n roll, glam rock (quello vero), garage rock, punk, rock psichedelico e punk. Come se i Ramones e gli Stooges suonassero assieme a Bowie e come se lui ballasse sui ritmi dei Sonic Youth. Incroci meravigliosi. Ho avuto l’occasione di vederli dal vivo a Milano al Cox durante una serata de La Società Psichedelica e sono rimasto impressionato per la loro giovane età visto la qualità del disco. Per altro il secondo disco in attivo dopo il primo, anch’esso del 2018! Un disco che profuma di party affollato da gente solo intenzionata a divertirsi e volersi bene, tutta in un locale pieno di luci festose, pianoforte e alcolici a non finire”.

Wild NothingIndigo. “Mi stupisco sempre di come possa essere azzeccata ogni singola nota di quello che partorice la mente/cuore di Jack Tatum. Eppure quando lo vidi per la prima volta a Varese, ormai otto anni fa, ne avevo percepito e capito le potenzialità ed il genio. Profumato di rose e cioccolato”.

“Non posso però omettere questi altri capolavori. Un peccato pensarli come B Side, ma se non li conoscete, vi prego, fatevi questo favore: Beach House – 7, Altin Gün – On, Moodoid – Cité Champagne, Wooden Shjips – V., Kelley Stoltz – Natural Causes, Stella Diana – 57, Nu Guinea – Nuova Napoli, Julia Holter – Aviary, Orchestra Of Spheres – Mirror, Connan Mockasin – Jassbusters”.

Klam

“Doverosa premessa: i Klam non esistono più, oppure, detto meglio, sono esplosi ma non si sono fatti niente. Adesso siamo altro, oppure, detto meglio, siamo tutt’altro. Questa è la colonna sonora che ci ha accompagnati verso la bara, oppure, detto meglio, questa è la colonna sonora che ci ha spinti fuori dalla bara“.

Low, Double negative. “Bidoni radioattivi abbandonati in un angolo. Tu nel mentre mi parlavi per non comprendermi”.

Holiday Inn, Torbido. “L’alienazione più la provi più te ne innamori”.

Yves Tumor, Safe in the hands of love. “Poi un giorno ti giuro ti dirò che ti amo. Per ora però vaffanculo”.

Daughters, You won’t get what you want. “Un lento trascinarsi verso la bara. Arresi distrutti ma sempre col sorriso”.

Onethrix Point Never, Age of. “Respiro per abitudine non più per bisogno fisiologico, anche questo è un fatto”.

Collapse

Ecco i cinque album scelti dai Collapse.

Cruyff In The Bedroom, Hate me. “Sono una band molto rappresentativa dello shoegaze giapponese, si sono formati nel 1998. Questo è il loro sesto album. Ascoltare questa musica è come guardare un film e il loro rumore mi coinvolge nel profondo. Soprattutto Crazy love tocca davvero il cuore”.

Free I Do, Passed days. And footsteps echo. “Free I do è un gruppo proveniente da Tokyo. Si sono formati nell’estate del 2015.  Questo è il loro primo ep. Lo loro melodie sono nostalgiche e agrodolci, possono essere ricondotte nell’ambito dello shoegaze, dell’indiepop e dell’emo”.

Nothing, Dance on the blacktop. “È un disco davvero eccezionale, include suoni molto pesanti, vicini all’hardcore. Nonostante l’umore generale del disco sia scuro, una piccola luce riesce a filtrare”.

The Daysleepers, Creation. “I riverberi delle chitarre e le melodie vocali sono incredibili”.

Turnstile, Time & Space. “È una band hardcore da Baltimora, Maryland, e questo è il secondo album. È un disco molto originale per come mescola arrangiamenti pesanti e suoni pop. Il suono del basso è il mio preferito!”

Kraus

Questi sono i dieci brani più belli del 2018 secondo Will Kraus.

Machine Girl, A song called Clive Barker

Oneohtrix Point Never / Alex G, Babylon

10k Cash, Stunna shades

Girls Rituals, It’s not that deep

Drowse, Quickening

Wished None, Hubbub (introvabile online)

Ogni singolo freestyle di Dang Dane disponibile su YouTube

Skirts, All to myself

Coma Cinema, Running wide open

Blithe Field, RD 1