Lightning Bug, “October song”. Un disco importante

Non farti trarre in inganno dal chiassoso, melodico, sgangherato e perfetto rumorismo pop di Vision scraps, praticamente il singolo che un milione di band vorrebbero segnare nel curriculum: le chitarre sbilanciante (tra cui quella più assordante che sembra voler frantumare l’arrangiamento), la voce arretrata ma decisiva alla My Bloody Valentine, l’arpeggio centrale che ricorda certe divagazioni strumentali dei Deerhunter dell’era Microcastle. È una canzone super, dunque, un lanciafiamme imbizzarrito che però non racconta la vera storia di questo album dei Lightning Bug. Le canzoni di October song infatti sono qualcosa di diverso. Un disco da ascoltare a volumi bassissimi e con lo sguardo fisso sul soffitto, ovviamente di notte, mentre il resto della città dorme: sembra un luogo comune, ma la verità è che solo in quel momento – in cui i minuti e le ore non hanno davvero importanza – puoi fare realmente i conti con ciò che rende la tua vita un labirinto pieno di domande appese al nulla.

Prendi The lotus eaters. Da un punto di vista testuale, ha la stessa dolente malinconia dei Radio Dept. – altezza Bus, per la precisione – quando si sente il verso “Sometimes I think nothing changes“, che potrebbe essere il riassunto in cinque parole di una vita intera. La musica descrive questo senso di sconfitta imminente utilizzando un approccio a metà tra psichedelia a bassa fedeltà e dream pop d’altra categoria, ovvero senza manierismi a metà prezzo né riverberi senza stile. The roundness of days sembra una Grouper con meno intransigenza ma con la stessa voglia di capovolgere le regole non scritte della composizione tradizionale. The root è il punto d’incontro tra i suoni assoluti di Tim Hecker e le dissoluzioni totali dei Landing: un capolavoro. E poi c’è la gemma September song, slowcore di pochi accordi e molta tristezza, uno di quei pezzi che hanno il potere di cancellare il mondo intero per tre minuti o poco più. Una traccia che rende October song un disco importante, completo, imperdibile.