Rev Rev Rev, “Kykeon”. Dov’è il tuo pop preferito adesso?

Rev Rev Rev (foto di Salvatore Giorgio)

Lo scorso maggio Sebastian Lugli, il chitarrista dei Rev Rev Rev, ha detto in un’intervista a Shoegaze Blog che, rispetto si lavori precedenti, il nuovo album Kykeon sarebbe stato “meno dreamy, quasi meccanico, perché ho cercato molto la reiterazione nei suoni, in un certo senso volevo rappresentare un’ossessione”. Ora che il disco è finalmente uscito per l’etichetta inglese Fuzz Club, queste parole diventano qualcosa di più di una dichiarazione d’intenti: sono infatti una promessa mantenuta. Kykeon è infatti shoegaze nucleare: i suoni bruciano, letteralmente. I riff, scomposti e prepotenti, sono schianti di psichedelia granulare e dissonante. E poi che meraviglia la bufera noise di 3 not 3, che sollievo il groove gelido e bollente al tempo stesso di Waiting for Gödel, che assalto quello di Clutching the blade. Però qui non c’è soltanto rumorismo elevato a sistema: le canzoni si reggono su un equilibrio tutt’altro che facile da gestire. Ciò che viene fuori è un lavoro perfetto, multistrato, tridimensionale: sono arrangiamenti ampi, pur essendo claustrofobici. Sembrano quasi dirti “dov’è il tuo cazzo di pop preferito, adesso?”. Te lo dicono i Rev Rev Rev dov’è, ma puoi immaginare la risposta: nell’inferno del loro suono potentissimo.