Gli Aerofall introducono il loro nuovo album Rh con una crasi azzeccata di My Bloody Valentine e DIIV: nella traccia iniziale, Loose ends, ci sono sia le classiche chitarre sfalsate dei primi che il punk rarefatto dei secondi. Più prosegue l’ascolto, più il gruppo russo alza il livello, nel nome di uno shoegaze che si propone di essere contemporaneità, non modernariato. Sarebbe bello vederli alla prova su un palco italiano – vista la situazione attuale, chissà quando accadrà – di quelli magari sgarrupati e sfidanti che costringono le band ad andare oltre i limiti delle regole acustiche sulla propagazione del suono: la sensazione è che gli Aerofall riuscirebbero a scatenare un pandemonio anche con amplificatori giocattolo, perché queste canzoni sono un mucchio selvaggio di watt, carisma e consapevolezza, capaci di riempire gli spazi – anzi, di sovrastare l’ambiente – a prescindere dal contesto. Volendo, questo disco è da un punto di vista di arrangiamenti una versione forse un po’ meno levigata e più ispida, quasi bizzosa, dell’ultimo degli Alvvays: entrambi comunque deliziosi e destinati a dire la loro nella consueta classifica di fine anno di Shoegaze Blog.
Aerofall, “Rh”. Un mucchio selvaggio di watt, carisma e consapevolezza
