Come ogni anno, si sprecano le ironie sul fatto che in questo periodo i social si riempiono di post con il video dei Green Day, la celebre Wake me up when september ends. Sto cominciando a provare fastidio per tutte le sparate sul mucchio che non servono a nulla, non spostano opinioni, non cambiano il corso degli eventi: si predica ai convertiti e si rompe i coglioni alle altre persone. Sto invecchiando, o forse non me ne frega più nulla di battere il petto. Sta di fatto che a me quel brano dei Green Day è sempre sembrato toccante, drammatico, reale. Non è un pezzo che amo, ma ciò nonostante ne percepisco tutta la verità.
Laveda, Surprise
Non c’è nulla di cui sorprendersi: in questo momento i Laveda sono probabilmente la miglior band in assoluto al mondo. Di sicuro sono in corsa per il titolo di miglior gruppo shoegaze contemporaneo. Ecco, forse l’unica sorpresa – ma declinata in negativo – è il fatto che il loro non sia ancora il nome più grande in cartellone al Primavera Sound: un’ingiustizia, un’assurdità. Che cosa vi state perdendo, se ancora non li conoscete.
Quali, When the dark presses
Delicatamente ruvidi, i Quali da San Diego prendono quanto di buono è stato portato avanti dal rock alternativo degli ultimi trent’anni: le strofe lente e svuotate, i ritornelli che si impennano, le melodie vocali che prendono per mano la tua malinconia fragile. In Pulse si sentono parole terribili (“A beating so bad, I deserved it”) mentre va in scena un suono che prima è una lama, poi una supernova.
Inframell0w, Celestial
In Italia Inframell0w rappresenta un’anomalia. È tra i pochi che riescono a costruire un suono dream pop così scintillante ma anche così polveroso: gli estremi dialogano e parlano con una sola voce. Tommaso La Rocca è un esempio perfetto di talento diy, che si sta progressivamente avvicinando al suo momento della verità, ovvero al suo capolavoro.
Swear, Lucent
I genovesi Swear li racconta un loro fan su Bandcamp: “If you like Nothing, you will love this album”. È forse un po’ limitante come definizione, ma rende l’idea. Musicalmente l’ep difetta un po’ di dinamica e serve una maggiore personalità, ma Catch the moon e Deeper sono due bei pezzi e in generale le armonie sono piuttosto buone. Per tutto il resto c’è tempo.
Neraneve, Grandine
Autoproduzione ed emotività. Non si sa molto di questa band di Frosinone, se non che i componenti sono tre, hanno quarant’anni e fanno dream pop in italiano: evviva. Questo brano è bello, liquido e crepuscolare, una poesia annegata nel feedback. Segnati questo nome e poi ne riparliamo.