È morto Graeme Naysmith dei Pale Saints: suonate le sue canzoni al volume più alto possibile

Lo scorso 4 aprile è morto Graeme Naysmith, chitarrista dei Pale Saints. La notizia è stata resa nota su Instagram dall’etichetta 4AD.

In carriera i Pale Saints hanno gareggiato in un campionato tutto loro, facendo da crocevia delle tre tendenze che negli anni Novanta hanno contribuito a creare l’estetica sonora poi definita come shoegaze: c’è il chitarrismo oltre ogni limite dei My Bloody Valentine, c’è la rarefazione sognante e sfalsata degli Slowdive, c’è una foga rock che ritornerà in certi brani dritti e compiuti dei Ride. Nei Pale Saints, però, l’aritmetica non è una scienza esatta e, come si dice in questi casi, il risultato è superiore alla somma delle parti. Senza di loro, la storia della nostra musica preferita sarebbe stata molto diversa. Il trittico iniziale di The comforts of madness, per dire, mantiene esattamente quello che il titolo promette: suoni folli, arrembanti e senza cintura di sicurezza. Way the world is è tipo i Cure di Pornography ma suonati col coltello fra i denti, una roba perfetta per un western pieno di situazioni bizzarre e allucinate. You tear the world in two carica di elettricità una traccia che è pop nell’animo ma che picchia durissimo quando serve. E poi Sea of sound, praticamente la canzone con cui negli ultimi trenta e passa anni hanno accordato le proprie chitarre milioni di persone appassionate di dream pop. 

Ivo Watts-Russell, fondatore della 4AD, consiglia di ascoltare Henry (da Slow buildings) per onorare la memoria e il talento di Naysmith: io suggerisco di seguire il consiglio, aggiungendo però l’indie rock a trazione anteriore di Time thief e l’iconica Sight of you. Suonate i Pale Saints al volume più alto possibile, in modo che la musica sfondi il cielo e arrivi fin lì dove adesso si trova lui.