Lunedì shoegaze e dream pop. Nostalgia ed entropia, fine e inizio

Misty Coast (foto: Arne Frøkedal)

Siamo un po’ indietro con le segnalazioni, qualcosa ci è sfuggita nel corso di questi mesi, ma niente di ciò che ci piace davvero finisce nel dimenticatoio. Dunque eccoci con un lunedì piuttosto significativo, perché ci sono alcuni dei nostri nomi preferiti in assoluto. L’invito a premere play e a lasciarsi andare è dunque valido oggi più che mai.

Day Wave, Pastlife

Con colpevole ritardo, Shoegaze Blog non può esimersi dal segnalare il nuovo album di Day Wave, che è un bignami indie pop che va dai Beach Fossils ai DIIV più leggerini, fino ad Alex G e le sue melodie storte il giusto. Da Oakland, Jackson Phillips parla di nostalgia, insicurezza, aspettative: realtà. «Seems to be I’m not anything I wanted».

The Veldt, Entropy is the mainline to God

I maestri come al solito viaggiano per conto loro su strade parallele a quelle abitualmente battute dal resto del mondo. E dunque ecco nuovamente questo approccio entropico di voler incrociare i flussi di shoegaze e soul, producendo una psichedelia variopinta e di spessore, che brucia i suoni ed esalta i contrasti. Bentornati.

Misty Coast, The end of the beginning

Non si fa, cari Misty Coast. Tirate fuori un gioiellino dream pop così, un po’ coriandoli e un po’ scintille, un po’ cameretta in slow motion e un po’ metropoli in fast forward, e poi devo aspettare un annetto almeno per il nuovo disco, dopo le meraviglie di quello precedente? Non credo di riuscire ad attendere così tanto: fatemi sentire qualcos’altro subito, dai. Questo brano è già tra i miei preferiti. (Promemoria: visitare la Norvegia appena possibile).