C’è chi ritiene Pornography la tappa finale dei Cure. «Abbiamo registrato alcune canzoni in diversi bagni per provare una sensazione orribile, perché quelle toilette erano sporche e sinistre. Ho una foto di me seduto su un water, nei miei vestiti, che cerco di rattoppare alcuni dei testi. È un’immagine tragica», ricorderà Robert Smith. E dunque: «Non penso che sia possibile fare molti dischi come questo, perché altrimenti non saresti vivo». Non hanno tutti i torti, insomma, coloro che mettono proprio qui un punto alla carriera di questa band, perché Pornography non è un semplice album, è un collasso emotivo che racconta di uno Smith giovanissimo (23 anni nel 1982) intento non a vivere, quanto piuttosto a lasciarsi trascinare. L’ascolto è sconvolgente perché non è una semplice sequenza goth rock, ma è qualcosa di più profondo, radicato e definitivo, che si dilunga ben oltre l’ultima nota dell’ultimo pezzo: non c’è una richiesta d’aiuto, bensì un tentativo di farla finita, in un modo o nell’altro. E allora ogni canzone è un colpo, ogni colpo una frattura, ogni frattura un abisso. Da One hundred years al brano che dà il titolo alla raccolta, il disagio dei Cure lascia più ferite che cerotti: è un disco che sanguina ancora, quarant’anni dopo la sua uscita, avvenuta il 4 maggio ‘82. Ecco perché ascoltare questo fragore post punk vuol dire specchiarsi negli occhi tristi e sbavati di un uomo fragile, con la paura di ritrovare un riflesso di se stessi.
«I must fight this sickness, find a cure», si dispera Smith nei secondi finali della traccia conclusiva, che ne sancisce la tragicità senza appello, tra chitarre che stridono, voci che si accavallano e un’inquietudine che scava con foga rapace in mezzo a frequenze mai più così cupe. Robert deve dunque combattere questa malattia e trovare una cura. La troverà nelle chitarrine lisce di The caterpillar, giusto un paio d’anni dopo. Ma il pop non può normalizzare uno spleen tanto radicato da essere inestirpabile. I diavoli che attizzano il fuoco di Pornography lo sanno bene e resteranno a lungo in attesa. Fino a quando non si faranno risentire con Disintegration, nel 1989.