Questo lunedì shoegaze in formato ultraridotto lascia spazio a due uscite molto diverse fra loro, che meritano di essere ascoltate con attenzione. Da una parte c’è il tributo a uno dei dischi più belli di tutti i tempi – auguri –, dall’altra c’è il ritorno di una delle band più apprezzate da Shoegaze Blog. Premi play, dunque, e raccontaci le tue impressioni.
River Esk, Loveless
Ok, l’ennesimo omaggio non richiesto a un disco inavvicinabile. So che lo stai pensando, perché è la stessa cosa che ho pensato io. Eppure questo rifacimento di Loveless dei My Bloody Valentine – il centro di gravità permanente di almeno due generazioni di ascoltatori – non solo ha un suo perché, ma è probabilmente uno dei tributi più a fuoco che si siano mai sentiti. Non sarebbe del tutto corretto parlare di cover: sono semmai canzoni nuove di zecca che ricalcano con enorme rispetto e amore le versioni originali. Una sorta di indie folk cosmico che pattina tra rumorismo ed emozione. A tenere le fila di tutto il discorso (assieme ad alcuni ospiti) è Carlo H. Natoli, che qualcuno ricorderà per un ottimo gruppo siciliano di qualche anno fa, i Gentless3, in pratica i Black Heart Procession di casa nostra.
Blankenberge, Everything
Shoegaze Blog ha in un certo senso adottato i russi Blankenberge, seguendo con attenzione le evoluzioni gaze di questa band che ha fatto boom soprattutto con More, finito al primo posto della nostra classifica dei migliori dischi del 2019. Everything non fa che confermare la cifra stilistica del gruppo: suoni immersi nei riverberi, distorsioni brucianti, nebbia diffusa ed esplosioni nucleari. Un buon fan service con almeno tre guizzi da sottolineare: l’epica arrembante di Time to live, il synth ben innestato nell’ossessivo ritmo post punk di Different e la crasi sonora di Beach House e Pinkshinyultrablast in Forget.