Guardare un concerto dei Cosmetic stando seduti è un’esperienza surreale

Cosmetic live all'Arci Bellezza, Milano

Esattamente un anno fa Shoegaze Blog sparò con una certa leggerezza un titolo che doveva essere liberatorio ma che dopo qualche settimana si rivelò azzardato: In a State of Flux: basta lockdown, torniamo a far baccano. Ecco, il senno di poi – specialità di cui sono plurimedagliato olimpico – mi consente di dire che forse era meglio evitare. Il problema è che la situazione della musica dal vivo nel frattempo non è cambiata, almeno in Italia: non sta a me spiegare che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, non ho le carte in regola né come epidemiologo né come presidente del Consiglio, quel che è sicuro è che guardare un concerto shoegaze come se fosse un’esibizione jazz è un’esperienza surreale. E surreale è stato il live dei Cosmetic all’Arci Bellezza di Milano di sabato 25 settembre: sul palco la baraonda, in sala la stasi.

In apertura c’è Clauscalmo, artista che Shoegaze Blog conosce per i suoi trascorsi con i Buckingum Palace (peccato che la band si sia arenata) e che qui si presenta in versione ultrabasilare: voce e chitarra acustica. Le canzoni, non ancora pubblicate, giocano paradossalmente a nascondersi in questa nudità sonora, lasciando a chi ascolta il compito di indovinare quale sarà la destinazione, qui solo accennata: il bel fingerpicking alla Nick Drake e certi giri melodici alla Maria Antonietta tracciano una via da seguire.

Clauscalmo

I Cosmetic si impegnano con passione in un’opera di demolizione del locale. L’acufene mi costringe di default a indossare i tappi per le orecchie, quindi l’impatto è attutito e il godimento intatto, ma a giudicare dagli sguardi liquefatti delle persone accanto a me, sembra che Bart e compagnia stiano suonando a livello My Bloody Valentine, tendenza You made me realise. In scaletta manca Inetti n.1 (male), ma c’è In faccia al mondo (bene). Soprattutto ci sono La luce accesa (che dal vivo è parecchio dinamica e decisamente emotiva) e il nuovissimo singolo Morsi, che uscirà venerdì primo ottobre: un brano notevole. I synth donano uno spessore diverso alla scrittura dritta e spigolosa del gruppo, particolarmente a proprio agio in questa piccola rivoluzione stilistica. Per il disco, però, ci sarà da attendere.