Lunedì shoegaze. Gaze’n’roll

Lunation Fall

Questa settimana un Lunedì shoegaze in versione kaboom: ovvero, cinque progetti che se li ascolti a volumi bassi godi solo a metà. Ogni band ha una propria tendenza sonica e si sviluppa in modo totalmente diverso rispetto alle altre, in qualche caso in maniera sorprendente: premi play per rendertene conto e fai la tua scelta.

Nightcrush, You mark me the deepest

Dove diavolo state andando, Nightcrush? Perché volete un suono che è sia vapore acqueo che metallo rinforzato? Perché ballate con la new wave espansa degli M83 e schitarrate forte con i Nothing? Perché fate canzoni che sono tante piccole apocalissi shoegaze, scurissime ma anche brillanti? Già, perché? Perché altrimenti You mark me the deepest non sarebbe stato così d’impatto, così totale.

Lunation Fall, Near

I francesi Lunation Fall sono notevoli quando alzano i decibel. Sweet misery è un singolone in cui non c’è un passaggio a vuoto, sembra di risentire i Drop Nineteens e la loro vibrazione indie rock senza tempo. Reflections è gaze’n’roll che accelera e rallenta, con chitarre densissime e batteria che pesta il giusto. «Noise, pills, noise, pills. And I hit the ground». E così sia.

Suncharms, Distant lights

Lo shoegaze, ormai è chiaro, è più che altro una questione di attese. Lunghissime attese. Per esempio, ci sono voluti una trentina d’anni per poter ascoltare il disco di debutto dei britannici Suncharms, una band che c’era già agli albori della scena e c’è oggi con un lavoro che è una crasi tra una scrittura classicamente rock e un’inquietudine gaze meno lineare e più ruvida. Era ora, cari Suncharms.

Virgins, Vows

Solitamente in questo sito diamo priorità ad album ed ep, in modo da avere un’idea più precisa sulle qualità di una band. Quando segnaliamo un singolo è perché ne siamo rimasti davvero impressionati. È il caso del dream pop assordante di Vow, canzone bellissima degli irlandesi Virgins. Fidati del tuo amichevole Shoegaze Blog di quartiere.

Another Heaven, III: the sorrowful cries of birds with singed feathers

Senza girarci troppo intorno, gli statunitensi Another Heaven hanno un suono nucleare d’intensità notevole, come degli Hum con una maggiore propensione armonica e un’equivalente tendenza alla deflazione. Un gran disco.