Cronache post rock. Occhio che questi ti scoperchiano la casa

Threestepstotheocean

Nuovo appuntamento con alcune delle uscite più interessanti in ambito post rock. Shoegaze Blog dedica infatti periodicamente uno spazio a questo genere musicale che è parente strettissimo dello shoegaze: stessi arpeggi musoni, stesse deflagrazioni totali, stessa ritrosia esistenziale. Introduzione banale, vero? E allora premi play che ci penseranno queste band a spazzare via ogni stereotipo.

Emma Ruth Rundle & Thou, The valley. Uscirà il 30 ottobre May our chambers be full, il disco collaborativo di Emma Ruth Rundle e i Thou. The valley è un crescendo di nove minuti: parte che è un refolo di vento, termina con una pressione sonora enorme. Se le premesse sono queste, l’album schiaccerà la concorrenza senza tanti complimenti.

Threestepstotheocean, Del fuoco. Il nuovo disco della band milanese è post rock al suo massimo: espanso, ostinato, intransigente. È come se fosse una piccola orchestra noise alla GY!BE: il crescendo sai dove comincia ma non saprai mai in anticipo dove andrà a finire. E i Threestepstotheocean sanno condurre il gioco del suono con una fierezza e una consapevolezza non comuni. Non alzare troppo il volume o questi qui ti scoperchiano la casa.

Bilbosa, Diamond dust. “Il ginkgo biloba, comunemente noto come ginkgo, è l’unica specie vivente nella divisione Ginkgophyta, tutte le altre sono estinte“, spiegano nel comunicato stampa i Bilbosa. Verrebbe da dire che è un inno alla resilienza, se non fosse una parola ormai logora e malvista: la musica di Diamond dust è un post rock che spesso e volentieri lascia emergere contaminazioni insolite. Il sax di Ginkgo, suonato con una verve che è molto distante dallo stereotipo musone post, è come uno schiaffone che o ti sveglia o ti spaventa. Noi siamo ben svegli.

Vision Eternel, For farewell of nostalgia. Quattro momenti dedicati rispettivamente a pioggia, assenza, intimità e nostalgia: praticamente la tetralogia dell’essere post rocker. Ma nel progetto canadese Vision Eternel non c’è alcun ammiccamento a quella tristezza ben spendibile nel settore: ci sono semmai empatia, buon gusto, emotività. Non siamo poi così soli, in fondo.