Lunedì shoegaze: lo splendido rumore dei Burning House e altre band amanti della distorsione

Burning House (foto di George Evans)

Mi guardo intorno e vedo una città impacchettata da nuvole e frastuoni. Il freddo è la scelta paradossalmente bizzarra di questa fine di novembre: sono talmente tanto abituato alla mitezza degli ultimi inverni che queste improvvise due o tre tacche sopra lo zero prendono alla sprovvista il mio guardaroba minimale – comunque vada, una sciarpa in più e passa la paura.

Nel continuo via vai di uscite discografiche, hanno catturato l’attenzione di Shoegaze Blog alcune band che fanno della distorsione una ragione di vita. Perché serve la botta, serve il caos, serve il fuoco: e questi gruppi hanno tutto questo e molto, moltissimo di più.

Burning House, Mirror song. Dal Regno Unito, i Burning House tirano fuori il singolo tecnicamente perfetto: shoegaze puro, niente grilli per la testa, mille cursori girati sul livello max. Melodicamente ineccepibili, un’energia notevole, il giusto rispetto nei confronti dei maestri del genere e un talento che è lì, indiscutibile.

Stargazer Lillies, Love to hate. Un altro singolone, un altro brano che schianta ogni dubbio e pregiudizio. Potevano fare di queste melodie una ballata irresistibile, ne hanno realizzato una canzone dal ritmo medio e dalle vertigini assolute. Praticamente un capolavoro da parte di una band americana che conta eccome nella scena.

Barlow, Barlow. Le sette canzoni di questa band di Pittsburgh compongono la prima metà di una cassetta di quaranta minuti condivisa assieme a un altro gruppo, i Gaadge (qui puoi ascoltare le loro composizioni). Lo shoegaze secondo i Barlow è un mix di indie rock, lo-fi, pop storto e psichedelia sbagliata. Molto fighi, davvero.

Cats Never DieБольшие маленькие слабости. Se cerchi qualcosa di insolito, questa band fa il caso tuo. Shoegaze e indie rock innestati in brani cantati in russo: è una soluzione musicalmente efficace, sillabe e termini sconosciuti si incastrano benissimo con i riff e le virate melodiche. Non so che cosa cantano, ma ne resto colpito lo stesso.

Wynona Bleach, Sugar ep. Questa band di Belfast costruisce il proprio suono granitico attorno a canzoni che, spoglie di ogni distorsione, sono pop allo stato puro. L’alternanza tra piano e forte rimanda a un certo revival grunge, l’impatto complessivo è di buon livello. È una musica molto istintiva, da prendere o lasciare. Se leggi queste righe, prenderai anche tu.