Alla scoperta della scena shoegaze e dream pop spagnola

Linda Guilala

La Spagna non è soltanto calcio, tennis, motociclismo, basket e qualsiasi altro sport in cui l’Italia non riesce quasi mai a primeggiare. Non è nemmeno soltanto La casa di carta e la sua trama sempre più contorta. La Spagna è anche – e nel nostro caso soprattutto – shoegaze e dream pop. Sin dai tempi in cui cominciarono a farsi sentire i Los Planetas (storica band indie rock e shoegaze che si è fatta conoscere nel ’93 con l’ep Medusa e che quest’anno ha pubblicato in occasione del Record Store Day il singolo Hiero y níquel 18), passando poi per certe canzoni dei Triangulo de Amor Bizarro, la Spagna ha rappresentato una certezza nella scena shoegaze internazionale. Quella che segue è dunque una piccola ed evidentemente incompleta guida alle band più rappresentative e interessanti dello shoegaze spagnolo, selezionate tra quelle che più si sono fatte apprezzare negli ultimi tempi. Siccome ci sono tante band che meritano di essere segnalate, è probabile che in futuro Shoegaze Blog tornerà sull’argomento.

Linda Guilala

È sicuramente il progetto di shegaze spagnolo più noto in questo momento. Eva, Ivàn e Mari sono i Linda Guilala, ovvero i protagonisti di questa ondata musicale. Shoegaze Blog aveva già inserito Primavera negra – una piccola gemma dream – nella playlist primaverile. Ora tocca al nuovo singolo Mucho mejor, bel pezzo indie pop con un’evidente sottotrama gaze.

Seven Tin Stars

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In un gioco di affinità elettive, Seven Tin Stars si porrebbe proprio a metà tra il Jefre Cantu-Ledesma più concreto e i Sigur Rós più astratti: in pratica, un suono incrociato di dream pop e post rock, senza mai essere del tutto addentro agli schemi previsti, ma molto a fuoco nel voler creare una musica a tratti misteriosa e sempre fortemente empatica.

Blacanova

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Ascolta El arte de amar, tratta da La cabeza (album uscito lo scorso gennaio), e dimmi se non ci senti gli Slowdive di Just for a day, soprattutto quel loro modo unico di dilatare le chitarre fino a renderle liquide. Ma nel resto delle canzoni ci sentirai anche i Cure, i Cocteau Twins e tutto il meglio del post punk anni Ottanta. Ecco, il contesto è questo: però i Blacanova non sono una copia o, peggio, qualcosa di prescindibile. Perché la qualità di scrittura è eccellente, i suoni ottimi, le canzoni bellissime. Che bravi.

Celica XX

celica xx

Nel versante più duro dello shoegaze vanno inseriti i Celica XX, un quintetto che con Ultraviolencia (uscito ormai due anni fa) ha raggiunto il proprio acme sonico. Ossessivi e a tratti brutali, i Celica XX sembrano pronti per qualche randez vous psichedelico dai volumi altissimi e dai suoni bruciati.

Últim Cavall

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Un paio di mesi fa è uscito il nuovo singolo, La casa cremant, che in realtà è una nuova versione di un brano che faceva parte del primo Ep, uscito nel 2015. Ma gli Últim Cavall hanno fatto di più e meglio con Records de Kyoto, pubblicato lo scorso anno e diventato uno dei lavori più significativi della scena. Un dream pop orecchiabile che i testi rendono quasi esotico e tutto da scoprire.

Apartamentos Acapulco

apartamentos acapulco

Il ritmo di Bing-bong è un classico dello shoegaze, quel gioco grancassa-batteria è stato codificato da mille band e utilizzato quando si cerca la giusta solennità delle grandie canzoni. Ma è il crescendo del brano a colpire davvero, quel romanticismo ingenuo e assoluto al tempo stesso che ben si adatta a un suono che è perfetto, anzi meraviglioso.

Lebend

lebend

Sono forse ancora un po’ acerbi, i Lebend. Però vale la pena ascoltare il loro primo demo, Rite of passage, perché ci sono delle buone potenzialità. Bend trees e The sea B sono i pezzi migliori, quelli in cui il quartetto trova un proprio equilibrio, tra rock classico e arrangiamenti dream. Da tenere d’occhio.