Recuperone shoegaze (e derivati). A che punto è la notte

The Backlash

A Milano l’esempio più surreale è quello del Biko: «Se esiste ancora è grazie al proprietario degli spazi che ci ha scontato gli affitti per un anno e mezzo: è stato questo il nostro ristoro», ha detto la cofondatrice e direttrice artistica Orsola “Otta” Capretti. Nel gioco al ribasso che sta affondando il settore dello spettacolo dal vivo, il mondo della musica è da due anni in un limbo indefinito e indefinibile: i vari decreti stilati per fronteggiare l’emergenza pandemica parlano di cinema, teatri e discoteche, senza fare mai cenno ai live club. Non è una questione di semantica, di burocrazia, di galateo: è una situazione decisiva per la sopravvivenza del settore. Quali regole valgono per una categoria che praticamente non esiste? Nel dubbio c’è chi sposta i concerti, c’è chi li annulla, c’è chi riduce il numero di ingressi sperando di tenere botta. Proviamo allora a esorcizzare questa nuova normalità che ci fa continuamente avanzare e fermare con tre uscite discografiche recenti che porteremo con noi anche nel nuovo anno.

Felpa, Prospettiva (strumentale)

Daniele Carretti è uno dei migliori chitarristi che ci siano in Italia, ma in questo nuovo album (il primo di una serie che proseguirà fino a novembre 2022) cede un po’ di margine a un’estetica sonora più synth pop che shoegaze. Dieci brani che partono dalle nostalgie futuristiche dei Kraftwerk per poi andare oltre, in un racconto malinconico fatto di dream pop dolente e minimalismo ballabile. Inizialmente questi pezzi (registrati tra il ’15 e il ’16) avrebbero dovuto essere cantati da alcuni ospiti, poi il progetto è stato ripensato in formato strumentale. E va benissimo così.

The Backlash, Rise

La storia dei milanesi Backlash è sin troppo simile a quella di centinaia – se non migliaia – di band di tutto il mondo: un disco (Passing by) uscito poco prima della notizia del paziente uno di Codogno e l’inevitabile patatrac di date saltate e prospettive arrese di fronte all’imponderabile diventato realtà. Il titolo di questo nuovo singolo, Rise, lo prendiamo come buon auspicio non solo per loro, ma per tutti noi. La canzone (la prima di cinque tracce che sono state composte e registrate in questo anno e mezzo) è carica di una forte tensione elettrica post punk, che dal vivo probabilmente si trasformerà in una cerimonia laica di frastuono valvolare.

Del Norte, I was badger than this

Se ti è piaciuto Buds, il nuovo album degli Ovlov, allora vuol dire che hai degli ottimi gusti musicali e, quindi, faresti bene a dare un ascolto a questi tre ragazzi pesaresi. I was badger than this dei Del Norte è una sorta di tributo all’indie rock dei tempi che furono: una raccolta di canzoni scazzate il giusto e fragorose quanto basta, tra Dinosaur Jr votati all’attacco, grunge ad alta concentrazione di fuzz e una produzione spigolosa in stile Guided By Voices che, se paragonata all’ossessione moderna per l’alta fedeltà a tutti i costi, pare una delizia fuorilegge da gustare fino all’ultima nota.