Milano, 27 aprile 2019. Non si è mai sazi di concerti belli e artisti a fuoco: per questo siamo stati al Rock’n’Roll, alla ricerca dell’oscurità darkwave di Alberto Almas e della sua band. Non ci si stanca nemmeno di raccontare le emozioni provate a un live, che spaziano dal senso di gioia a quell’offuscamento mentale che fa quasi perdere i sensi (ci crediate o no, la mia mente si fa prendere un po’ troppo dalla musica, fino a portarmi sull’orlo del collasso. Ma questa è un’altra storia).
Mi sono sempre piaciuti i cantanti “iconici”, quelli che curano tutto di sé e che allo stesso tempo risultano veri e crudi, senza bisogno di sfumature in cui nascondersi. Alberto Almas è proprio così e non si tira indietro nel raccontare impietosamente questa società contemporanea pazza e poco propensa all’amore. È infatti di questo il tema principale di L’amor te, l’album di un artista che ha molto da dire. Sotto la soglia sonora di una musica scura, giungla di suoni dissonanti, potenti ed energici, spiccano i testi, nero su bianco, che colpiscono chi è sensibile, chi ha un cuore perennemente straziato e chi sa vivere a trecentosessanta gradi ogni emozione, senza vergogna.
Sai l’avrei voluto almeno un abbraccio, ma questa natura violenta deruba e tormenta e si prende gioco di te, dell’amor te
La tecnologia consuma l’anima, ci dice Almas, e l’unico modo per contrastarne l’effetto è trovarsi, guardarsi, parlarsi, toccarsi. Non ci sono mezze misure per descrivere il concept album, perché nemmeno lui ha usato mezze misure nel pensarlo e nell’assemblarlo. Vuole essere sperimentale e inquietante in tutta la sua crudezza, con synth che colorano la scena di tonalità allucinanti. L’amor te, da esperire nella sua interezza, è un itinerario con un inizio e una fine, un viaggio estetico ma anche esistenziale.
Dal vivo, Alberto calamita l’attenzione di tutti verso di sé. Si muove tra le luci senza fermarsi un istante, mentre intorno il fumo di scena smorza l’atmosfera di un locale underground oscuro, come le risposte a certe domande che tormentano chiunque, almeno una volta nella vita. Sa tenere bene il palco con Nathalie e Simone: sono un trio sinergico e magnetico, nella loro singolarità come nel loro insieme. Sono gli ingranaggi di una macchina perfettamente funzionante, futurista, rivoluzionaria.
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