I Ride sono una band che sembra decisamente felice di aver ripreso in mano il proprio destino dopo due decenni alla deriva, un lasso di tempo enorme in cui sono stati separati e contrapposti in altri progetti che avevano i numeri ma in qualche caso mancavano di anima. Ed è fantastico saperli ancora carichi e senza paura mentre annunciano al mondo quello che potrebbe essere il loro ritorno più bello, This is not a safe place, in uscita il 16 agosto.
La copertina riporta in primo piano il mare che, da sempre, è copyright Ride. E chissà che l’onda anomala del 1990 non sbuchi nuovamente lì, all’orizzonte, per ribadire ancora una volta l’assoluta importanza di un gruppo decisivo per tutti i nativi shoegaze: senza i Ride, forse questo blog non sarebbe mai nato. Logico e doveroso, dunque, che il Lunedì dream pop si apra proprio con loro.
Ride, Future love. E che cosa vuoi dire ai Ride? Future love è un super singolo dream pop, che dimostra come la band britannica sia il cardine dello shoegaze di ieri e il punto di partenza di quello odierno. Avercene di gruppi che riescono a essere così freschi e vitali dopo aver contribuito a cambiare il rock dalle fondamenta: le mode passano, i Ride restano.
Wy, Softie. Uscirà domani il disco degli svedesi Wy e a giudicare dai singoli finora pubblicati si tratta di uno degli album più importanti dell’anno. Un suono esattamente diviso in due, tra dream pop e shoegaze, in una forma nuova e contemporanea, capace di spaccare il muro che separa il culto per pochi dall’entusiasmo dei molti. Mettendo d’accordo praticamente tutti.
Pure Bathing Culture, Night pass. Il racconto romantico trova terreno fertile e riverberi adatti nelle canzoni dei Pure Bathing Culture, che tornano con un disco che è una delizia pop: si attacca a ogni pensiero felice e stempera un pochino le malinconie. E se magari ti ritrovi nelle storie messe in musica da questa band, vuol dire che sei dei nostri. E la compagnia non è certo male.
Corasandel, All the hours are one. Il duo britannico prosegue nella distruzione e ricostruzione del proprio suono, sempre meno folk e sempre più dream pop, come se provenisse da quelle stelle che nel cuore della notte indicano la via e scacciano gli incubi. Ancora più bravi, ancora più interessanti: i Corasandel sono una certezza per chi ha bisogno di melodie che sembrano dissolversi intorno ma che fanno parte di te.
Kick, Post-truth. Un giorno dovrò andare a visitare Brescia. Potrei chiamare i Kick, farmi accompagnare da loro in giro per le strade di una città in cui non sono mai stato ma che so essere un incanto, come tre puntini di sospensione che arrivano al momento giusto e ti aprono un mondo di possibilità. I Kick me li vedo mentre modellano le loro melodie dream pop e le trasformano in raffinatissimi bouquet elettronici. Sarebbe bello essere lì presente e provare a rubare un po’ di quella magia che impreziosisce i loro brani.