Giusto per mettere un po’ di ordine nel mare delle uscite discografiche, inauguriamo una nuova rubrica, intitolata Lunedì shoegaze. Ogni settimana Shoegaze Blog farà il punto della situazione segnalando alcuni tra i dischi più interessanti del momento, quelli che meritano di essere ascoltati, supportati, condivisi e, in definitiva, amati. Perché è sempre un momento molto emozionante quando scopri un album bellissimo e non vedi l’ora di farlo conoscere in giro. E d’altronde lo scopo di questo sito è proprio questo: supportare gli artisti migliori. In questa selezione ci sono cinque lavori dream pop di altissimo livello.
Sobrenadar, Y. Finalmente è uscito il disco di Sobrenarar, artista argentina che Shoegaze Blog segue con particolare attenzione. Y raccoglie brani già usciti in precedenti ep e la scaletta messa insieme funziona davvero bene, tanto che già adesso questo è uno degli album dell’anno: dream pop morbido e prevalentemente rallentato, un’atmosfera perfetta per chi cerca un songwriting maturo e affascinante.
Amos Val, New teeth. Arriva da Portland questo progetto che unisce in un colpo solo il post rock degli Explosions In The Sky e una vocalità dolente e drammatica, capace di trasformare il cantante da songwriter maledetto a capopopolo dello screamo. Skepticism è il pezzo che racchiude tutto questo ed è, probabilmente, quello che ti farà innamorare del disco.
Trench, Ritual love. È uno shoegaze molto particolare, quello proposto dagli americani Trench. La costruzione dei brani è molto tradizionale, spesso con alternanza di vuoti e pieni e, soprattutto, con una vena melodica in primissimo piano. L’arrangiamento però insiste molto sui riverberi e sulle distorsioni, alzando il tasso di epicità a un livello sacrosanto: la coda strumentale di Liminal è un esempio, il resto è tutto da scoprire.
The Amazing, In transit. La battuta viene facile: gli svedesi Amazing sono amazing di nome e di fatto. Nella musica sognante di In transit ci sono le chitarre disperse nel cosmo, le melodie belle, la tristezza giusta, i ritornelli perfetti. La malinconia di Pull apre il disco con una lezione perfetta di malinconia applicata al pop: senza eccessi e senza pose. La successiva Voices sound è ancora meglio: immagina i National che fanno dream pop (senza ovviamente il vocione del cantante).
Mainlight, Daydream. E poi dall’Ucraina arrivano questi Mainlight che fanno un dream pop scurissimo e maturo: c’è un uso abbondante dei riverberi nelle voci e nelle chitarre, ma con gusto ed equilibrio, quindi senza sbilanciare i suoni né impastarli fra loro. Certe volte sembra di ascoltare i Cure (Cold star), quindi sai già che cosa aspettarti.