Perché si sa, donare e ricevere è privilegio degli ultimi romantici.
Autore: Ilaria Sponda
Una playlist per trovare l’equilibrio, sullo skate e anche sui propri piedi.
“White light/White heat”, 1968: un disco “nero” e sperimentale oltre i confini del rock.
Alberto, Nathalie, Simone, un trio sinergico e magnetico, ingranaggi di una macchina funzionante, futurista, rivoluzionaria.
Cinque canzoni perfette per ritrovare quell’atmosfera densa e nostalgica di un luogo in cui il tempo scorre fluido e umido.
Prendimi la mano e fatti trasportare altrove, avanti e indietro nel tempo.
Nella capitale tedesca c’è un negozio insolito, misterioso e bellissimo, dove scoprire il meglio dell’elettronica mondiale e anche qualche chicca new wave anni Ottanta.
Questi brani parlano tutti della stessa cosa: del volersi aprire al caso, accettare ogni sfida e porsi degli obbiettivi.
La band pesa ogni nota, ogni respiro, ogni parola non detta o sussurrata.
Ora e per almeno altri dieci inverni mi tengo stretta “Guilty of everything” e tutti i suoi tormenti.
Soprattutto se queste canzoni sono dream pop.
Il 7 febbraio 2019 tre corpi hanno fatto un’anima sola sul piccolo palco milanese dell’Ohibò.