Lunedì shoegaze. Gli Smiths più i Cure

All You Can Hate

Nuovo appuntamento con il classico Lunedì shoegaze, nuova mini carrellata di band e artisti che, ne sono certo, cattureranno la tua attenzione. Perché il tuo amichevole Shoegaze Blog di quartiere è sempre attento a ciò che di bello si nasconde nella sterminata scena shoegaze internazionale. Premi play.

All You Can Hate, Not gonna change the world

Già presenti nella nostra stupenda playlist Shoegaze 2024 (l’hai salvata+condivisa+amata, vero?), i nostrani All You Can Hate hanno un suono svelto ed euforico che va di pari passo con disintegrazioni emotive e collassi esistenziali: loro parlano di un incrocio tra Cure e Smiths e al di là di quanto possa suonare strano alle orecchie di chi ha seguito la faida tra Robert Smith e Morrissey, in effetti la rotondità pop sporcata di chitarrine gaze va a parare proprio da quelle parti.

In The Afterglow, And miles to go before I sleep

L’ep del canadese In The Afterglow ci riporta nei luoghi che amiamo di più, dove la parola pop non può mai separarsi dalla controparte noise, dove le armonie al caramello addolciscono ma non consolano, perché una melodia orecchiabile nasconde spesso un’inquietudine sottile. Siamo dalle parti di Raveonettes, Star, Vivian Girls: ovvero quel baccano allegro, un po’ scavezzacollo, decisamente coinvolgente.

Attic Ocean, Retriever

La prima canzone dell’ep dei tedeschi Attic Ocean ha un titolo che è un manifesto: Young again. E allora rieccoci qui, anche se il tempo non lo batti lo puoi comunque depistare nell’unica maniera possibile: con stile, grandi speranze e bella musica. La band balla sul suo dream pop zuccherino e tagliente, un po’ Diiv e un po’ Be Forest, chitarre esuberanti e voci a pelo d’acqua. Il gioco che, se imbastito con tutta la raffinatezza del caso, ci piace di più.