Settembre è il mese perfetto per suonare shoegaze in Italia

Neraneve

Questo sito, Shoegaze Blog, prova da sempre a raccontare un fermento musicale internazionale che oscilla continuamente tra rinascita e penombra, ma che negli ultimi tempi ha saputo mettere a soqquadro le gerarchie consolidate del pop mainstream, finendo per appassionare pure chi detesta lo shoegaze (il caso degli Alvvays è clamoroso). E l’Italia? In effetti, l’argomento non sembra appassionare la maggior parte delle testate musicali più note (con poche, ma significative, eccezioni: grazie). Quando leggo un – raro – articolo su un gruppo italiano shoegaze percepisco spesso in chi scrive uno sbadiglio a ogni barra spaziatrice premuta. Peccato. È una situazione singolare, specialmente se consideriamo che, in questi mesi, Spotify – non proprio l’equivalente di Dkfm – ha dato ampiamente spazio in questi mesi ad alcune band italiane della scena, selezionandole ripetutamente nella playlist Rock Italia e in quella internazionale Shoegaze Now (l’ottimo duo Glazyhaze, per esempio, lo trovate tuttora lì, ma non ho visto in giro molta considerazione per il bell’album Just fade away). Ma al di là di questo, che alla fine importa zero (l’equivoco che qualcosa merita considerazione solo se ha numeri da sfoggiare ha avvelenato i pozzi anche nella discografia indipendente), il fatto è che mai come quest’anno sembra di essere tornati agli albori dell’italogaze, quando iniziavano a fare capolino i Be Forest. C’è la sensazione che qualcosa di nuovo, bello, imprevedibile e rilevante stia accadendo, lontano dalle chiacchiere e vicino a dove conta davvero, tra le persone appassionate. Gente come i Clustersun, per dire, ci raccontano che si possono fare tour infiniti tra Italia ed Europa portando ovunque decibel e catarsi: in pratica, la stanno facendo sotto al naso di coloro che pensano di saperla lunga. Chi non sale a bordo, evidentemente, si perde una bella festa in pieno svolgimento.

Le vecchie promesse vanno in prescrizione

E ora a noi. È un bel mese, settembre, come se volesse insegnarti di nuovo a respirare, sia letteralmente – agosto è sempre il solito schianto di sudore sulla schiena e caldo immobile sul marciapiede – che metaforicamente: è un periodo in cui le vecchie promesse vanno in prescrizione e ne arrivano di nuove, che molto probabilmente restano a diecimila passi da te, ma che solo in questo periodo dell’anno riesci a scorgerle chiare, definite, invitanti. Possibili. Ecco, venerdì 29 settembre 2023 uscirà per Factory Flaws Punk for introverts, il nuovo disco di un piccolo progetto dream pop di cui faccio parte, Novanta. È una notizia che ovviamente mi fa felice – e mi terrorizza: sono più le domande che le certezze quando si lasciano andare canzoni rimaste segrete per anni – e se per una volta infrango la promessa di non parlare di qualcosa che mi riguarda è solo per una coincidenza che sfiora la magia e che dimostra con i fatti come il bellissimo frastuono dello shoegaze italiano non sia una teoria che scivola tra discorsi persi e critiche inutili. Questo mese, infatti, escono anche tre band che, ne sono certo, ti spingeranno a premere play più e più volte. E all’improvviso settembre sembra proprio essere il mese ideale per suonare – e ascoltare – shoegaze in Italia. Sono dischi che pretendono condivisione massima, volumi tridimensionali e grande euforia. Chi non viene a divertirsi con noi ha di peggio da fare e non se ne rende ancora conto. (E se tutto questo non fosse abbastanza, suggerisco di tenere d’occhio le mosse dei We Melt Chocolate).

Human Colonies, Kintsukuroi

Quanto è bello il nuovo album degli Human Colonies, in uscita domani per Custom Made Music (USA), Shore Dive Records (UK) and Waddafuzz Records (IT). Il super singolo Air 909 aveva già fatto intuire un impasto raffinatissimo di shoegaze, indie rock e noise pop, il resto è ancora meglio. Glimpse è bufera e malinconia, un po’ Whirr e un po’ Dinosaur Jr. Relocate alza i ritmi e fomenta l’entusiasmo. Quiet clean si butta sul caos organizzato dei My Bloody Valentine. Insomma, qui è tutto ok.

Neraneve, Ologramma

Dei Neraneve avevamo parlato diverso tempo fa e, in sostanza, il messaggio era: occhio che questi sono bravissimi. Ologramma è il nuovo singolo che anticipa l’uscita di un ep ed è semplicemente un brano perfetto, struggente, nostalgico e malinconico. Quella vecchia frase di Victor Hugo, la malinconia è la felicità di essere tristi, trova una propria ragione d’essere in queste note dream pop virate shoegaze, tra Stella Diana e Kraus.

Six Impossible Things, Happy

Happy anticipa di qualche giorno The physical impossibility of death in the mind of someone living, il nuovo ep in uscita il 27 settembre per Dear Gear. È un dream pop agrodolce, di riverberi e di ricordi, i cui suoni acquatici seguono una corrente emozionale che sembra essere tono su tono con questi primi giorni d’autunno.