Lunedì dream pop (e shoegaze). Gente unica e felice

Che tu sia in gruppo, in coppia o singolo individuo occorre essere in ogni caso unici. Nel 1973 il protagonista Johan di Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman diceva: «La solitudine è assoluta. Non credere di poter mai sopprimere la solitudine. Questa è assoluta. Puoi immaginare un rapporto su un piano differente, ma si tratta solo di fantasie intorno a religione, politica, amore, arte e via dicendo. La solitudine resta totale». Diversi anni fa andai a Catania per vedere il mio primo concerto da sola, senza trascinarmi dietro nessuno. Suonava Robin Guthrie, al tempo senza i Cocteau Twins e – come disse scherzando un amico – era venuto per accordare la chitarra. Stava davanti a spettatori seduti, allora senza norme anti contagio virale, e fu un evento da non perdere e da vivere anche in solitudine. Questo per dire che ogni lunedì su Shoegaze Blog troverai sempre dei suggerimenti di nuove uscite musicali per gente unica e felice.

Blushing, Possessions

La doppia coppia texana Blushing con l’album Possessions (in uscita il 18 febbraio) può contare sulla presenza di Miki Berenyi dei Lush, che ha aggiunto voce e armonia in Blame, una traccia alata che sembra viaggiare verso i cieli azzurri sognanti della primavera. Questo meraviglioso featuring non basta al gruppo, che si rivolge anche al grandissimo Mark Gardener dei Ride che ha lucidato l’album occupandosi del mastering: ascolta il pezzo Fires, in cui roventi fiamme chorus su tonalità aperte vengono equilibrate dalle distorsioni di chitarre che a loro volta si fondono nei vari riverberi. Questa collaborazione è nata durante una terribile bufera avvenuta in Texas nel 2021 che ha bloccato la band: una disavventura che però ha avuto come bella conseguenza quella di pubblicare l’album dei sogni.

Darksoft, Cryo

Cryo è il terzo disco di Darksoft, un’alternativa indie rock nata da un istmo di Seattle: i ritmi si innestano su chitarre a volte janglyIcebreaker – e i suoni portano a un sincretismo tra passato, presente e futuro, come nel caso di Locking backward. Lui oltre a cantare gioca pure come polistrumentista nel vivace e armonico trinomio chitarra-voce-ritmo. Il risultato è qualcosa di friendly e rilassato come fecero trent’anni prima i Charlatans, salvo poi incalzare gli arrangiamenti puntando tutto sui pedali per distorcere il gusto pop di brani come ShadOw. Nella lista settimanale dei malati degli anni Novanta – quelli cioè che si perdono volentieri nelle infinite derivazioni shoegaze – Darksoft è un ospite gradito.

Turmallina, Aurora

Aurora nasce tra le mura di casa dei Turmallina, a San Paolo in Brasile, per il desiderio di sognare e sconfinare su ciò che fino ad oggi è ancora limite. Le canzoni sono state registrate dal vivo: un lavoro fatto da soli, autoprodotto, verace, uno shoegaze che in Brasile diventa un “rock triste” che piace anche a noi, come nel caso dei Lupe de Lupe o i Gorduratrans. È una bella scoperta sentire la lingua portoghese così ben fusa ai suoni, con un effetto di ipnotico relax che emerge da sfere di fuoco distorte. Escadas è danzereccia, da festa open: «Eu queria ser a cura…», ovvero volevo essere la cura, canta in Automático Rose Oliveira, una voce non scontata che, unitamente al realismo delle chitarre libere e a un ritmo trascinante, diventa elemento decisivo. Auguriamo ai Turmallina una lunga Estrada Real.