Dopo una pausa, ritorna la consueta rassegna del lunedì di Shoegaze Blog: solo musica bella, solo canzoni nettamente superiori alla media, solo album capaci di accompagnarci con stile e magia. Il consiglio, dunque, resta sempre lo stesso: premi play e lascia che siano queste tre cantautrici a scandire nel modo migliore il giorno peggiore della settimana. Anche perché se non lo fai sarà peggio per te.
Mariuk, Blue days
Mariuk è Mariuca García-Lomas, cantautrice spagnola residente a Londra che Shoegaze Blog ha conosciuto e ammirato attraverso i brani del duo Northwest. L’artista si presenta stavolta con un album solista dalla storia piuttosto particolare. Mariuca nel gennaio 2020 decide di imparare a suonare la chitarra e siccome si sa che di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno, per darsi ulteriori stimoli decide di alzare la barra delle aspettative puntando a un obiettivo importante: registrare una canzone al mese per dodici mesi. Il risultato è Blue days, un album dream folk tendenza Grouper ma con un approccio meno astratto e abrasivo. Bello.
Yndling, Yndling
La voce della norvegese Silje Espevik, in arte Yndling, è dolcissima senza essere dolciastra: un piccolo miracolo di equilibrio ed eleganza, in cui la timidezza è un batticuore lieve che si muove in sincronia con sottili languori dream pop. Like love is real ha il suono sospeso dei Cocteau Twins e una coda travolgente in stile primi Slowdive. Cotton candy skies applica il pensiero magico dei Beach House a un approccio ultra pop che potrebbe arrivare tanto dagli anni Sessanta quanto dal Ventunesimo secolo. Childish fear è una ballata morbida con un groove di velluto e un’arrangiamento notturno e affascinante.
Japanese Heart Software, Soft
La musica dell’australiana Nat Chippy è soffice come indica il titolo del suo nuovo, ottimo album: non ci sono spigoli, asprezze, precipizi. Anche quando il bpm alza i giri non c’è mai la sensazione di una corsa a perdifiato, semmai sembra un volo a mezza altezza, un galleggiamento comodo e indie pop tra chitarre appena accennate, synth che puntellano gli arrangiamenti e voci trasparenti che hanno il peso specifico di un sussurro liberato al momento giusto.