Questo lunedì arriva un invito a buttarsi in correnti lontane dal proprio porto sicuro. Ci si stupirà nel sentire come band non precisamente del nostro ambito riescano a interiorizzare la sospesa e ruvida nuvola di sentimenti shoegaze e trasformarla in suoni altrettanto tridimensionali e travolgenti. Premi play e scegli quale rotta perseguire.
Cindy, 1:2
Cindy è una band di San Francisco che fa del minimalismo e surrealismo la propria firma. 1:2 è il loro terzo LP tutto costruito su melodie in simil slow motion e chitarre scintillanti come il chiaro di luna. Ne risulta un’atmosfera liminale, come quel momento impercettibile che separa il giorno dalla notte.
JuJu, La que sabe
JuJu è Gioele Valenti, una figura rilevante nella scena underground europea. Già parte di progetti come Herself e Llay Lamas, il musicista palermitano fa il suo ritorno con il nuovo album La que sabe, un capolavoro di grande portata culturale. Infatti si colloca al crocevia tra Nord-Ovest e e Sud-Est globale, dove influenze industrial, shoegaze, psych e post punk si fondono con la sacralità di beat afro e psichedelici di cui già si era fatto portatore negli album precedenti e da cui sta prendendo un lento congedo.
Oka Sun, Twin flame
Il primo singolo tratto dall’omonimo LP dei californiani Oka Sun è una sintesi perfetta di ciò che potrebbe essere chiamato dream folk: un vortice travolgente di melodie elettrizzate da ruvide chitarre rock, con un’aggiunta di dolce malinconia a legare il tutto. Nelle canzoni di Twin Flame c’è l’idea di viaggio, di ricerca dell’ignoto inteso come pezzo mancante di sé. C’è poi la presenza forte del concetto di labilità del tempo, della materia, delle cose e delle persone, delle pellicole fotografiche che sono fragili e al contempo vividi come lo sono i momenti più forti della vita. Da queste sensazioni sono nate le tre opere fotografiche che gli Oka Sun mi hanno commissionato come artwork dei singoli Twin flame e You won’t find it e dell’album Twin flame, in uscita il 19 novembre.