Oggi compio 40 anni e mi sento come una canzone dei R.E.M.

A Palermo, negli anni Ottanta, il 13 giugno era il giorno della fine della scuola. Durante quel periodo di emozioni nette che va dall’infanzia all’adolescenza ma che ti porti dietro per il resto della tua vita, l’inizio dell’estate è un mistero nascosto proprionell’aria calda e avvolgente di giugno: tre mesi pieni e sgombri che danno una strana vertigine, perché a volte la libertà è un precipizio soffice in cui solo chi si butta vince. Se la giovinezza è il tempo delle certezze, la maturità è il periodo dei dubbi: posso dire di aver rispettato in pieno entrambe le regole. Oggi, 13 giugno, è il giorno in cui compio quarant’anni. E anche adesso provo una strana vertigine, anche se completamente diversa da quella di una volta. La descrive bene Michael Stipe in una canzone minore dei R.E.M., una di quelle bellissime che non ascolta mai nessuno, forse perché ci sono brani che parlano a chiunque e brani che si rivolgono solo a te. La traccia s’intitola Beat a drum, è inclusa nell’album Reveal, uscito vent’anni fa. A un certo punto, si sente Stipe cantare questo verso: “Halfway from coal, halfway to diamond”. La mia bussola finora mi ha fatto vagare in un’area imprecisata che si trova proprio a metà strada tra la via per il carbone e quella per i diamanti. Oggi, come sempre, è così che mi sento. E tutto sommato non mi posso lamentare: la vista, da qui, non è poi così male.