Nel quartiere sveglio, la sera è ormai un quasi giorno per ciò che potrebbe produrre. Sono tutti riversati nelle piazze larghe fino all’ora in cui la notte ci farà sprecare secoli di esistenza girando a vuoto per le strade della città. Gli amici vanno a caccia di gente, ma la piazza più bella oggi è la mia camera comoda. Sento già la stagione estiva dietro la finestra che da oggi terrò aperta, ma ho quasi paura che il bel tempo fuori possa finire prima di poter far play. I Beach Boys, i padri delle estati da svegli, almeno cinquanta anni fa davano agli shoegazer la seguente meditazione: «There’s a moon in the sky somewhere I know waiting for all the love to burn below.…» («So che c’è una luna nel cielo da qualche parte, aspettando che tutto l’amore sotto bruci…»). Qualcuno in giro si lamenta che non si può ancora davvero vivere la notte. Peccato che molti non riescono neppure a vedere la luna, che sia da una cella in Egitto, da un reparto o da un bunker.
Keaper, Duality
Gli australiani Keaper debuttano con l’EP Duality. Lo presentano Ameya – una di quelle voci gentili, frizzanti e pulite che si bevono direttamente dalla fonte – e il basso di Julia, che come un bimbo virtuoso si oppone alle chitarre vestite di suoni flanger, mentre in sottofondo c’è una ritmica che non dà mica spazio alla buonanotte. È un lavoro indie rock di gradevolissimo appeal per le strofe ripetute in Wasted light o per quella Afterlife che è palesemente influenzata da uno stile ninety. Come una big luna piena che spicca nel blu elettrico della notte, è un album che piacerà agli amanti delle annate buone degli Smashing Pumpkins. Non vi infonde grande sicurezza ed entusiasmo, per esempio, Come & go?
Good Morning Tv, Small talk
Un consiglio per affrontare eventuali notti afose in arrivo: ascoltare quest’album debutto dei francesi Good Morning Tv. Il brano Insomniac rinfresca con quella voce alla fragola che è tipica del dream pop. Il sound di Entertainment mi fa pensare a un bel tailleur colorato da boom economico: pop sì, ma con tante chitarre che rompono le delicate apparenze con assoli significativi.
Death Hags, Big grey sun #3
La cantautrice Lola G nel progetto losangelino Death Hags è una particella intergalattica alla deriva del krautrock, tipo nipote dei Cosmic Jokers, per ricordare le origini del nostro genere. Conoscete il manga Galaxy Express 999? La trama di questo cult, creato nel 1977 dal fumettista Leiji Matsumoto, è ambientata in un 2021 avveniristico in cui treni spaziali percorrono la galassia. Non siamo arrivati a queste mega infrastrutture ma, in attesa di poter anche solo viaggiare verso casa e i miei cari, ascolto Big grey sun #3 e immagino che a cantare sia la bellissima Maetel del manga, con i suoi occhi tristi. Questo è un ottimo noise pop psichedelico, con linee di basso profonde, chitarre distorte french fries e la voce, di estetica nipponica, accompagnata da synth e suoni nature.
Postcards, Home is so sad
Nel porto di Beirut, nell’agosto dell’insano 2020 vi fu una forte esplosione. Il dolore per i tragici effetti provocati da quel disastro è descritto nel brano Home is so sad dei libanesi Postcards, che tornano feriti e raccontano, con i cuori ancora spaventati ma vivi, quel vuoto assurdo lasciandolo annegare nel chorus di chitarre perse. Colpisce soprattutto una voce/carezza delicatissima e lontana come se avessimo perso un po’ l’udito dopo un boato, effetto sottolineato dai suoni fricativi dei piatti. Home is so sad è una porta che si chiude, lasciando alle proprie spalle una parte di vita che non sarà più la stessa. La rinascita, o qualcosa del genere, verrà raccontata in After the fire, before the end, nuovo album in uscita nell’autunno 2021. Lo definirei un genere documusicale di eventi drammatici e dei loro effetti.