Maggio a Milano non è altro che un avamposto dell’inverno: il sole pallido, il cielo candido e il clima appena tiepido regalano gli ultimi brividi freschi prima del liberi tutti di giugno, con i suoi riti da celebrare in maniche corte e occhiali scuri. Non è un caso allora che questa settimana Shoegaze Blog ti porta con sé alla scoperta di tre progetti che si adattano perfettamente a questa primavera ballerina. Ed è subito pioggia.
Lovecraft In Tokyo, Come saremmo stati?
La cover eterea di Amarsi un po’, superclassico di Lucio Battisti, è raffinata ma gigiona, perché suona esattamente come ci si aspetterebbe da una band dream pop: una reinterpretazione rispettosa e rarefatta, ma senza effetto sorpresa. I livornesi Lovecraft In Tokyo vanno meglio quando fanno inediti, soprattutto grazie alla scelta di utilizzare la lingua italiana, che consente loro di tirare fuori un cantautorato denso e dilatato, dotato di un fascino tutto suo. Bella Tutti i nomi che ti ho dato, con Inframell0w alla chitarra.
Inframell0w, Back to London
Nuovo singolo per il progetto bedroom gaze del livornese Tommaso La Rocca. In passato abbiamo scritto che la musica di questo ragazzo è nebbia e fragilità. Ebbene, se la fragilità esistenziale pare essere ancora il core business di Inframell0w, bisogna dire che la nebbia adesso comincia a essere un po’ meno fitta. E in lontananza si intravede pure qualche raggio di sole.
Warper, Lateness
Nell’ambito di quell’operazione di rivalutazione di una certa idea di grunge (alternanza di pianissimo e fortissimo) che negli ultimi anni è stata abbinata al fragore timido dello shoegaze, gli statunitensi Warper sono una delle realtà più interessanti in circolazione. In particolare, la canzone che dà il titolo all’ep se la gioca a viso aperto con i migliori Nothing.