Un lunedì shoegaze di un anno shoegaze

Leaving Time

Il primo lunedì shoegaze dell’anno è anche il primo di questo tapino 2021, che con ogni probabilità avrà cominciato a soffrire di ansia da prestazione ancor prima di cominciare (e in questo sembra in tutto e per tutto un anno shoegaze).

Leaving Time, Leaving Time. Se l’anno appena trascorso non ha definitivamente tramortito la vostra capacità di provare emozioni, già dalle prime note di Stay vi sentirete a casa (o forse è meglio dire a posto con sé stessi, rende meglio l’idea). Shoegaze energico e al tempo stesso delicato, il modo in cui una traccia come Bloom si dissolve nella successiva Yellow è da vero tuffo al cuore. E pensare che in Florida c’è quasi sempre il sole…

Crystal Canyon, Yours with affection and sorrow. La carinissima Portland fu la città adottiva di Elliott Smith e già qui si potrebbero aprire infiniti discorsi. Poi leggi il titolo dell’album e sì, il riferimento era quello giusto. L’uscita del disco è prevista per il prossimo 29 gennaio ma le tre tracce disponibili fanno già emozionare, Every little star in particolare è uno di quei dimessi gioiellini pop che a noi – a nostra volta persone dimesse – piacciono tanto.

Minaxi, The zia fantasy trilogy. Quello dei newyorkesi Minaxi è una sorta di concept album sotto forma di tre ep, un viaggio nell’oscurità per poi infine riscoprire – forse – la luce (lo dicono loro, eh, noi ci solleviamo da eventuali responsabilità). Di certo però le distorsioni rarefatte della conclusiva Yellow Waving più di un sussulto lo danno. «It’s drifting away», già.

Binge, Kind. Ancora New York (che lo spaesamento di vivere in una simile metropoli concorre nel comporre un certo tipo di musica?). Shoegaze più dimesso ed etereo che distorto, tappeto di riverberi in luogo delle classiche deflagrazioni sonore (salvo che in rari casi, vedi l’accoppiata Burning/Fleeting, che ogni tanto strizza l’occhio anche all’alt rock). Una buona colonna sonora per un futuro viaggio nella Grande Mela (quando? Ah, boh).

(EM), Dumbo. Moniker misterioso, titolo bizzarro e un cane sdraiato a terra in copertina: questo progetto dal Wisconsin ha tutto per attirare l’attenzione. Tra le influenze citate appaiono i Modest Mouse e in effetti il riferimento ha pienamente senso: indie rock un po’ sghembo e molto lo-fi, perfetto da ascoltare spalmati sul proprio letto (magari proprio come il cane di cui sopra, perché no).