È curioso come le città cambino aspetto col buio, alla sola luce dei lampioni e dei neon. Con l’arrivo dell’ora solare i pomeriggi cedono prima il passo alla luna e Lisbona si tinge rapidamente di scuro, svestendosi dei suoi abiti caldi e accesi. Le strade che conosco a memoria cambiano aspetto, alcune si svuotano, altre si riempiono. I suoni, a quell’ora, si fanno più intensi per via del traffico e la sinfonia della strada si mescola a tanti altri stimoli confusi all’ora di punta. Sarebbe bello collezionare suoni così come si archiviano foto e video e poi farne un’unica, grande opera.
Etti/etta, It’s Hallowe’en. Gli italo-canadesi etti/etta alzano i riverberi, abbassano le luci e ci regalano questo nuovo album perfetto per una camminata solitaria quando ogni altro suono è ovattato dalla foschia.
Strawberry Pills, Murder to a beat. Il romanticismo, l’horror, l’enigma dei film crime anni Ottanta: un mix curioso e oscuro che viene arricchito dal lucido stile contemporaneo ed elettronico della band di origine ateniese.
Dead Rituals, Dead rituals II. Il progetto di Andrea Caccese, songwriter di Napoli si rivela più creativo che mai nella musica di questo secondo EP. Registrate in stanze sparse per il mondo, le tracce sono vibranti di sentimenti puri e suoni analogici.
Neutral.Solitude, Ghostwalk. Un’ode alla sacralità del buio e dell’oscurità, ai tempi che cambiano e si fanno sempre più alienanti. Il nuovo singolo di Mattia Audi è un cambio di rotta, una transizione a un tipo di musica che fa trasparire le angosce presenti.
Lore City, Alchemical Task. Voci celesti, dall’aura trasparente e pura, però sporcate dal catrame pulsante e terreno del post-punk e dell’elettronica dark. Il ritorno dei Lore City è da assaporare con l’aspettativa di una catarsi.
Meena, EP. “Play as loud as possible” si può leggere nella bio del duo britannico. Noi seguiamo il consiglio, altrimenti non sarebbe possibile sentire le frequenze così nel profondo. Un EP ambient eppure umano, per quanto lo possa essere tutto ciò che è oscuro e alienante.
Corduroy, Blomster. Il singolo di debutto di questa band svedese è decadentismo ed euforia in un colpo solo. Sarà presto dirlo, ma un play tira l’altro, un po’ come le ciliegie. Le chitarre dreampop e il basso indiepop creano un’atmosfera chilled e tormentata, ciò che più ci piace insomma.