Mentre lì fuori il mondo si accartoccia sempre di più, noi siamo alle prese con la peggiore delle tentazioni, ovvero quella di lasciarci andare a uno scoramento senza appello che ci tiri via il cuore e ci frantumi definitivamente gli occhi. Ecco, in un momento del genere è bello sentire una frase come questa: “Slow, we’ll laugh away the pain”. È l’incipit di Reel, doppio lato A degli Slow Crush in cui il gruppo segna un’evoluzione importante rispetto ad Aurora, il primo disco: non solo viene perfezionata e messa in pratica quella sintesi valvolare tra i Nothing e gli Slowdive – che è un po’ come dire fuoco e flemma, o qualcosa del genere – ma i due brani portano avanti un discorso di rinnovamento della tradizione che garantirà allo shoegaze un futuro all’altezza del suo passato.
Slow Crush, “Reel”. Contro la peggiore delle tentazioni
