Chiamateli come volete: punk intellettuali, Punk Floyd, sperimentatori, innovatori, precursori. Gli Wire rappresentano uno dei più dirompenti vaffanculo che si siano mai ascoltati nella storia della musica: talmente avanti da essere ben oltre il punk già negli anni in cui il primo punk rischiava di trasformarsi in marketing per sbandati anziché no future per disperati. Da quarant’anni gli Wire smontano convenzioni sonore e convinzioni artistiche un pezzettino per volta, un album dopo l’altro. The Blog That Celebrates Itself festeggia una band per certi versi irripetibile con una compilation bellissima, intitolata Single K.O. – Wire revisited. Un tributo doveroso che viene onorato da alcune delle migliori band del panorama indipendente internazionale. Tra le tracce più significative di questa raccolta segnalo la versione scheletrica e cupissima di Another the letter realizzata dai Parlor Walls, il solenne arrangiamento dream pop – più incubi che sogni – di Mutual friend architettato dai Sun Colony, la One of us shoegaze e arrembante degli In Her Eye e la conclusiva The 15th, resa spettrale da Weird.
Ascolta “Single K.O.”, l’album tributo agli Wire
