Shoegaze 2024. La playlist con le migliori canzoni dell’anno non ti tradisce mai

Si aggiorna ancora una volta l’imperdibile e bellissima playlist Spotify Shoegaze 2024 (disponibile anche su Apple Music) con i migliori brani dell’anno. Sessantanove canzoni shoegaze e dream pop rumorose, romantiche, furiose, empatiche, delicate: roba da innamorarsi al primo ascolto. Tra le novità, Trentemøller (copertina), Pale Rider, All You Can Hate, Cosmetic, Mondaze, Bear Of Bombay, Blankenberge, Mental Map. Solita raccomandazione, non è una classifica. E ora salva, ascolta, condividi.

  1. Trentemøller & DíSA, I give my tears. Un ultimo ballo a Twin Peaks; nostalgia del futuro; voci emozionanti.
  2. Foreverboymush, Saint Abel, Moskova Div, Chiaroscuro. Zoomergaze; sceglietevi un nome da band; Shields Blender.
  3. Pale Rider, Your faces. Le canzoni non sono enigmi; quell’epicità che non si sente più in giro; tra un secondo la canti anche tu.
  4. Miners, Why can’t I. Pianissimo e fortissimo; Nirvana; un futuro radioso per il pianeta terra.
  5. All You Can Hate, Not gonna change the world. Gli Smiths che suonano shoegaze; sentirsi impotenti di fronte al mondo; non si esce vivi dagli anni Ottanta.
  6. Cosmetic, Vuoto. Solo per riempire un vuoto; la modernità ti schiaccia; metti ‘sto Big Muff.
  7. Mondaze, Linger. Alla BBC apprezzeranno; Nothing; ascolta come suona questa Mustang.
  8. Novanta, Rena. Autopromozione; riverbero a dismisura; lo senti il vento?
  9. Tanukichan & Wisp, It gets easier. L’amore sopravvive finché non si spezza; voci fantasmatiche; lo sai, lo sai, lo sai.
  10. Deary, Selene. Dream pop ultraclassico; melodie nostalgiche; tornare da te.
  11. Mental Map, Wallflower. Stop & go; indie rock come se fossimo ancora negli anni belli; si poga pure.
  12. Phantom Handshakes, Good intentions. Lontani da chiunque; luci accecanti in direzione opposta; le buone intenzioni.
  13. The Backlash, As real… Meglio della reunion degli Oasis; a scuola di psichedelia; senti come pesta la batteria.
  14. Blankenberge, New rules. Nuove regole, stessi schemi; crescendo; come chiudere una storia da shoegazer.
  15. Bear Of Bombay & The Mystic Morning, A new wonder. Shoegaze ed elettronica; suoni perfetti; la meraviglia che arriva.
  16. Laavu, Never. One two three four; chitarroni; ritornelli a pieni polmoni.
  17. Korder, Falling awake. Balliamo un lento a Twin Peaks; sogni; Beach House introversi.
  18. DIIV, In amber. Come scomparire definitivamente; lo shoegaze è il nuovo grunge; diventare persone migliori.
  19. Casino Hearts, In & out of time. Ferite ancora aperte; parole taciute per troppo tempo; Bowery Electric.
  20. Julie, Claibourne practice. You made me realise; fortissimo e velocissimo; finale un po’ così.
  21. Opinion, Missing something that never happened. Festa in casa senza i genitori; falsetti rock’n’roll; distorsioni al massimo.
  22. Ultrasaturated, Luna. Tutt’altro che ultrasaturi; Diiv prima maniera; spunta la luna dal monte.
  23. Brina, Nel buio. Vibrato; canticchiare sottovoce in mezzo al casino; emo-tività.
  24. Alas de Liona, Violet. Danzare sul ciglio dell’abisso; notti agitate; voci deliziose.
  25. Virgins, s l o w l y, l o n g. Titoli scomodi da scrivere; c’è chi canta davvero; riverberi a cascata.
  26. Highland Eyeway, Starling. Un sacco di riverbero; un crescendo che ci gasa; voci lontanissime.
  27. Delfíni v Brnění, Nedovolená. Shoegaze liceale pensato per tutte le età; ai miei tempi mica si suonava così; chitarre a cascata.
  28. Fir Cone Children, You are my animal. Beach Boys meet Wavves; falsetti estivi; noise pop come dio comanda.
  29. Sara Devoe, Sleep with me. A forest dei Cure; potenziometro del riverbero tutto a destra; tornerà un altro inverno.
  30. Magic Shoppe, Whore. Parental control; The Raveonettes e un po’ di altra musica storta; riff aggressivi.
  31. Il Ragazzo Del Novantanove, Domenica. Momenti molto difficili; fuori nevica; empatia.
  32. Moonpools, Say anything. Alvvays; piangere tutto il tempo su melodie allegre; tastierona epica.
  33. Mariuk, Thieves. Partire con nulla in mano se non i propri sogni; finché la barca va; mai arrendersi.
  34. Honeyboi, Here. Deve esserci qualcosa per farti stare bene; musica come unica via di salvezza; mai soli.
  35. Cigarettes For Breakfast; Solitaire. Shoegaze in versione gen z; dimenticare i problemi; la solitudine fra noi.
  36. Ultranøia, Astratta. Pogare malinconicamente; Drop Nineteens; tutt’altro che noia.
  37. Saint Mary Candy, SinKing. Dream pop da manuale; voce del verbo peccare; chitarre squillanti.
  38. Janna Jamison, Missing u. Commedia statunitense in cui ti manca qualcuno terribilmente; canticchiare in cameretta; fare baccano con la chitarra.
  39. Colatura, Suffer dude. Soffrire bene; dipendenza dalla pioggia; l’estate sta finendo.
  40. Maquillage, Phones. Non avrai altro dio al di fuori del fuzz; vuoti e pieni; riverbero.
  41. Starflyer 58, 909. Leggende; i giorni migliori della tua vita; tornare a casa.
  42. Cruush, As she grows. Abbasso il quattro quarti; frenesia; dream pop ben corazzato.
  43. Can D, Do I terrify. Sylvia Plath; lo vuoi un palloncino; shoegaze do it yourself.
  44. Fyouneral, Flower boy. Notte fonda; notte insonne; Ruby Haunt.
  45. swan•seas, Fuzzy feeling. Maledetto pallino nero; anni Novanta in USA e UK; Jaguar e Jazzmaster vintage.
  46. Bloody Knives, Deeper. Pogare selvaggiamente con vestiti glitterati; tastiere che sembrano chitarre e viceversa; alta velocità.
  47. Softcult, One of the pack. Essere gentili in un mondo di merda; puoi contare su di me; ritornello killer.
  48. Lozenge, Interloper. My Vitriol; sotto il palco c’è il pandemonio; amplificatori valvolari.
  49. Magazine Beach, Turnaround. Ancora chitarroni; voci in stile folk anni Settanta; punk emozionale.
  50. Cusp, Your freedom. Ritmi elaborati; vago risentimento; cambi di registro.
  51. Wallace Welsh, Stargazing. Delay; shoegaze a bassa fedeltà; cameretta forever.
  52. Whitelands (feat. Deary), Tell me about it. Band del momento; Just for a day; quattro del mattino.
  53. Pinhdar, Cold river. La vita non fa sconti; martellate post punk; atmosfere claustrofobiche.
  54. NewDad, In my head. Arpeggi; frasi da dire per chiudere una storia; festa del papà.
  55. Grigio Scarlatto, Guacamole. Parapappapà; dipendenze; vent’anni per sempre.
  56. Adorer, Unkind. Pixies; sentirsi scortesi; accelerazione post punk che cambia le carte in tavola.
  57. So Totally, Doz roses. Inviare una dozzina di rose; cambi di tempo; cantare sussurrando in mezzo al casino delle chitarre.
  58. Glitterspitter, Harley. Pop d’alta classifica in un’universo parallelo (e migliore); basso saltellante; le chitarre ci sono.
  59. Holding Hour, Come undone. Dimmi qualcosa di dolce; passo lento ed emozioni veloci; nostalgia anni Novanta.
  60. Kodaclips, Viola. Accelerazioni emo; giocare insieme su quella spiaggia; festa goth in cui accade di tutto.
  61. Draag, Orb weaver. Immagini oniriche; chitarre ma non chitarroni; svegliarmi accanto a te.
  62. A Day In Venice, Stillness. Musica che ti prende sul serio; una gara in cui tutti vincono; emozioni oltre il livello di guardia.
  63. Luster, Like I do. Shoegaze a bassa fedeltà e ad alta intensità; My Bloody Valentine altezza M B V; still in a dream.
  64. Haermape, Mimic. Dreamy dream pop; musica da un’altra dimensione; all’improvviso il rumorismo dolce.
  65. Love While Hating, Soft punches. Chitarrine e chitarrone; introversione; alza il volume.
  66. Clowder, Window seat. Lato finestrino il posto più ambito; ancora grunge introverso; stop and go.
  67. Twin Coast, How we can’t. Rumore fatto bene; shoegaze contundente; voce incomprensibile.
  68. Svalblue, Amelia. Chitarre che fanno oOoOoOo; bella botta; zero compromessi.
  69. Blushing, Silver teeth. Smashing Pumpkins; alza il volume; musica aggressiva + voci gentili.
  70. Soft Blue Shimmer, Canti. Non è in italiano; duetti; indie rock fatto bene.