Tornare sotto il palco ad afferrare la musica di petto, farsi attraversare ed emozionare, come una volta. Sono passati praticamente due anni in cui tutto è cambiato, io sono cambiata e mi chiedo se la musica è ancora un fattore che mi modella, definisce e conforta. La distanza dai live ha sicuramente intorpidito i miei sensi e una certa freddezza si è impossessata di me, bilanciata da attimi di bassi emotivi ripidissimi e spaventosi. E scrivere di musica si è dimostrato più difficile, come scrivere alle persone. Anni fa giravano online report su come la musica allungasse la vita e rendesse felici, teorie di cui ero consapevole e che ora più che mai mi vedono affiatata sostenitrice (diciamo della seconda più che della prima). Scrivere di musica è riflettere sulla propria relazione con essa e con la vita, a mio parere. Mettersi in relazione con le canzoni è specchiarsi e proiettare in esse ciò che si ha dentro. Può fare paura, certo. Ritornare a piccoli passi a scrivere di band e artisti lo vedo come un grande passo verso per riprendere in mano quello che sono e ritrovare ciò che ero e mi manca oggi.
Day & Dream, The art of remembering
Dal primo brano Security Blanket all’ultimo soffio di quello di chiusura, i Day & Dream ci portano in giro per foreste incantate a ritmo di una batteria che non molla mai un colpo. Canzoni da crepuscolo per cuori sempre in cerca dell’amore romantico, quello che una volta veniva dichiarate su cassette (per lo meno da come mi è stato raccontato). A collaborare con Abby Amaia e Peter Frizzante (rispettivamente tastiera/voce e chitarra) sono stati ben cinque musicisti al basso e batteria, il che dà un respiro ampio e profondo all’album nella sua totalità, un vero labirinto di ritmi, elementi jazz e sequenze mai scontate, per l’appunto all’apparenza improvvisate e in chiave lo-fi.
Tallies, Wound up tight
I Tallies sono di ritorno dopo lo stratosferico album omonimo del 2019 che li ha fatti diventare un punto di riferimento del dream pop contemporaneo. Senza abbandonare l’estetica dei Lush e Cocteau Twins, la band mantiene le promesse e non contraddice le premesse fatte in precedenza, anticipando un nuovo album tutto da gustare. Tra voci eteree, echi e chitarre andanti tra il rock e l’indie, i Tallies non si lasciano sfuggire l’occasione per mettersi in luce ancora una volta per la purezza e perfetta coesione tra i due generi.
Color Palette, Shooting stars
Color Palette sono Jay Nemeyer e la sua band da Washington. Dopo i primi due album Vapourwave (2016) e Shed your skin (2019) sono tornati a dicembre scorso con questo EP arioso, dalle trame sonore sottili e mistiche. All’incrocio tra dream pop, indie e slowcore, Shooting stars è una piccola chicca da tenere custodita per i momenti di leggerezza. Difatti il flow scorrevole, giocoso e semplice rende i brani afferrabili sin dal primo ascolto. C’è per di più la profondità delle combinazioni di suoni dreamy a dare una spinta accattivante all’EP.