Mi piace pensare alla malinconia in maniera romantica, come quell’umore dolce tanto presente, per esempio, nella poesia leopardiana. Mi piace cercarla spesso, soprattutto nelle canzoni, perché da una parola, una frase, una linea melodica o singola nota può emergere in forma di ricordi il mondo alle mie spalle. La malinconia è dolce nonostante la sua pesantezza, come il dream pop fatto a dovere: una carezza che può ferire.
Космос на потолке, Маленькая Луна
Un album di otto tracce per i russi Космос на потолке. C’è lo smarrimento emotivo del dream pop e l’abbraccio rumoroso dello shoegaze: le parole spesso non servono per confortare cuori scottati, quando al loro posto si alzano i volumi della musica. Menzione speciale per la parte ritmica, sempre pulita e precisa da brani pop, ma abrasa da inchiostri sonori scuri.
A Ritual Sea, A Ritual Sea
A Ritual Sea è una band emergente da Dublino, una di quelle (poche) che ti sorprendono al primo ascolto come una novità inaspettata. Risuona nei loro riverberi l’ipnosi di corde toccate al momento giusto e una ritmica sincopata tipica del dream pop più accattivante. Questa è musica che necessita di prendere forma in uno spazio pieno di gente, in cui ogni corpo diventa un amplificatore delle emozioni scaturite dai brani.
HTRK, Rhinestones
A due anni di distanza da Over the Rainbow, gli australiani HTRK tornano con un album sommesso, più acustico e intimo del precedente. Canzoni per il crepuscolo, quando le ombre si allungano e lasciano il passo alla notte, poesie delicate e dedicate a tu impersonali. «Some things are not like the others / Some friends are not like the others / Did I ever say / Did I ever say / did I ever say thank you?», recita Gilbert and George, la coda imperdibile di questo album magnetico.