Lunedì dream pop. Questa città si accende di notte

Fog Lake

I tre dischi che Shoegaze Blog presenta questa settimana hanno in comune la capacità di raccontare l’esistenza umana in maniera semplice e diretta: niente frasi fatte, niente giri di parole, niente male di vivere pop e vanitoso. Perché in un periodo così complesso, che sembra non finire mai persino adesso che ci troviamo a un passo dalla via d’uscita, è necessario fare affidamento a una musica sincera, potente, empatica.

Lunar Bird, Lunar Bird

Gli italo-gallesi Lunar Bird si dividono tra lucentezza synth pop e austerità goth: la lezione dei Beach House viene applicata alla perfezione (Celestina disegna ghirigori dream attorno a una vocalità solenne) senza però che l’omaggio si trasformi in citazionismo fine a se stesso. Musica per stagioni scure e per cuori in affanno: musica che fa al caso nostro, insomma.

Fog Lake, Tragedy reel

«Questa città si accende di notte per nessuno», si sente a un certo punto di Jitterbug. È un modo molto particolare e privo di retorica per descrivere quello che succede un secondo dopo che la speranza lascia il posto alla realtà. Il canadese Aaron Powell, ovvero Fog Lake, piccolo culto cresciuto a dismisura su Bandcamp, tira fuori l’ennesimo ottimo album: un filo di voce che si perde in una risacca lieve di dream pop e folk.

Quando tutto diventò blu, Quando tutto diventò blu

«La mia passione è respirare», canta Ilariuni (Gomma) come se fosse a una distanza siderale dal proprio corpo prima che dalla musica dolente che l’avvolge. Sospeso (un brano drammatico che rivela uno stallo emotivo struggente e indefinito) è la bellissima conclusione di Quanto tutto diventò blu, disco tra post rock, ambient e dream pop che traduce in suoni l’omonimo fumetto di Alessandro Baronciani. Quest’ultimo (assieme a un mucchio di persone tra cui Emanuele Reverberi e Corrado Nuccini dei Giardini Di Mirò, Daniele Rossi, Ilariuni, Verano, Her Skin) racconta in maniera non scontata che cosa vuol dire dover fare i conti con gli attacchi di panico, quando il mondo attorno a te si trasforma in una terra ostile e straniera.