Lunedì shoegaze. Divertirsi e, quindi, divertire

La copertina del disco dei Kidbug

Ultimamente soffro d’insonnia, un mio piccolo classico di stagione che si verifica quando le temperature cominciano ad alzarsi in occasione del progressivo scivolamento dalla primavera all’estate mentre il mio letto è ancora in configurazione autunno inverno. Mi ritrovo la schiena regolarmente sudata modello sauna non richiesta, sensazione che non va via nemmeno dopo la sacrosanta doccia del mattino. E allora così sia: premo play e cerco rifugio tra le distorsioni extralarge della selezione settimanale di Shoegaze Blog.

Kidbug, Kidbug. Guarda intanto la copertina e fatti un’idea di quello che ti aspetta. C’è una freschezza in questi brani che troppo spesso manca al rock odierno, più orientato a complicarsi la vita o a reiterare certi cliché che a fare l’unica cosa che serve: divertirsi e, quindi, divertire. I riferimenti ci sono eccome, ma chi se ne frega se poi la musica ti fracassa il cuore senza chiederti il permesso.

Light from a dead star vol. 1 e 2. Doppia compilation in download gratuito a cura dell’etichetta bolognese RayRec con un bel po’ di band shoegaze e dream pop italiane e internazionali. Praticamente un riassuntone perfetto per chi ha voglia di lasciarsi incuriosire da una scena forse piccola ma sicuramente vitale.

Cafe Racer, Shadow talk. Da Chicago, una band che sa restare in equilibrio tra delicatezza dream e sfrontatezza psych. Basti ascoltare la costruzione magistrale di Exile: pare di ascoltare una versione zero fronzoli dei Tame Impala, si finisce per essere travolti da un devastante finale di rumore pieno e senza forma, fino alla dissoluzione di ogni struttura armonica.

Subzero Fun, On3. I parigini Subzero Fun non sono tipi da tanti giri di parole: post punk (and roll) tagliato con l’accetta, diluito dai riverberi ma concreto nell’impatto. Una musica da ascoltare dal vivo più che in cuffia, ma i tempi sono quelli che sono e bisogna farsene una ragione.

Arena Blanca, Eden. Arena Blanca è un progetto proveniente dalla Francia che ha delle interessanti caratteristiche di synth-pop, shoegaze, post punk. Eden è un brano che va in crescendo: più va avanti e più aumenta la pressione sonora, fino a una conclusione che è una dimostrazione di epica shoegaze.

Cigarettes For Breakfast, Cigarettes For Breakfast. Diciamolo subito: il nome scelto da questa band statunitense non è che sia proprio originalissimo. E un brano come Daylight sfiora il plagio stilistico. Eppure il gruppo è interessante perché cambia spesso registro e dà l’impressione di poter fare davvero la differenza, appena le valvole saranno calde al punto giusto.

Stomp Talk Modstone, Fade out/Untitled. Chi conosce la scena shoegaze giapponese allora saprà più o meno che cosa attendersi dagli Stomp Talk Modstone: uno shoegaze in cui tutto è al massimo – lo struggimento, la melodia, il rumorismo – e il coinvolgimento è inevitabile. Fade out pare una versione sovraccaricata e chitarristica di Motion picture soundtrack dei Radiohead.