Scrivere è una necessità. Che si tratti di pensieri in poesia, in prosa, di parole abbandonate su post-it, di messaggi digitali, di lettere pronte a volare di città in città, scrivere è un atto di cui nessuno si può privare. Spesso la voce non può reggere il peso specifico di certe parole e frasi, talvolta si blocca e non rimane che un filo di fiato: allora ci si può liberare dal groviglio di pensieri informi dandogli una forma in caratteri neri su bianco. Io scrivo, scrivo tanto. Scrivo per alleggerire il mio passato, per godermi ogni sensazione presente, per poi rileggermi nel futuro e darmi della stupida, o commuovermi per la purezza di sentimenti. Scrivo per mille motivi.
Premi play in questo lunedì novembrino e pensa a tutte le parole hai scritto spesso e a quelle che invece non hai ancora avuto il coraggio di urlare o sussurrare con l’inchiostro…
Dream Head, Drown. Il primo singolo di questo giovane di Portsmouth è un’eco proveniente da una stanza da letto dalle luci soffuse e calde, da un cuore emotivamente maturo che desidera solo affogare nelle memorie d’amore. Ritmi persistenti sorreggono docili riverberi e una voce ancestrale ed eterea, dall’energia calante ma perfettamente intrecciata al synth pop.
Somesurprises, Somesurprises. Nell’omonimo secondo album, i Somesurprises sono meditativi, spirituali, intensi e avvolgenti come il fumo che esce dalla moka nelle prime ore mattutine. La voce di Natasha El-Sergany è un lamento profondo e triste che si confonde con i riverberi delle corde. Empty threat è una traccia da non farsi assolutamente sfuggire: gonfia e morbida, eterea e notturna.
A Beacon School, Cola. Mi piace pensare a questo LP di debutto di Patrick J. Smith come a una scarica di adrenalina pura, che pervade intensamente ogni parte del corpo. C’è tutta l’energia e il fascino di un polistrumentista a sostenere ogni singola traccia del viaggio. Se Fade in nylon risulta DIY, personale e tenuta insieme da un laccio di malinconia, It’s late si trova all’opposto: lucida e universale, alienante e trippy. Questo LP è un viaggio in continua tensione tra il buio della propria stanza e la luce delle galassie.
Dream, Ivory, Making faces. Un duo californiano, due fratelli uniti dalla passione per la sperimentazione musicale: con quest’ultimo singolo si muovono su un terreno ambient, tra synth pop su cui costruiscono poesie di parole sincere nella loro semplicità. “Talk in your sleep, tell your secrets to me, and I’ll promise to keep them safe”. Una voce sommessa, come quella di chi parla nel mentre che si addormenta, in bilico tra non-sense e verità profonde.
Neutral.Solitude, Dissolve. Riverberi profondi e suoni oceanici: questa l’essenza del progetto solista di Mattia Audi. Dal 2014 si è proposto di sperimentare tra vaporwave, shoegaze e dream pop, per perdersi nell’essenza di ognuno di questi generi e valicarli senza più trovarne le coordinate. Il nuovo singolo Dissolve è calmante come le onde dell’oceano, oscuro e inquietante, profondo come la solitudine. Traspare sacralità tra gli intrecci di una logica anni Ottanta nostalgica. Senza tempo eppure così cristallizzato in una memoria poco identificabile, dai tratti oscuri eppure ipnotizzanti.
Youth, Unscathed. Profondamente vintage e rumoroso, come le immagini in negativo impresse su una pellicola non ancora rivelata alla stampa. Unscated è il debut album che dipinge l’essenza del progetto di Darren Mulrooney: un grunge fresco smaterializza i ritmi anni Novanta e anche certi segreti impregnati di una palpabile tristezza. Eppure vibra con la leggerezza insita di synth chiari e ben amplificati.
Varsity, Second act. Questa band di Chicago non si è mai snaturata: dal 2013 porta avanti tutta la carica positiva del dream pop, per loro dal tocco giocoso e rock. “I made a list of the people who left”: chi non l’ha mai fatto? Però basta sprecare parole in conversazione col muto passato, non tutte le domande hanno bisogno di risposte. Convincersene ascoltando in continuazione questo brano dei Varsity è la via giusta. Perdersi tra le chitarre, le vere protagoniste: questo il mantra.