Il lunedì mattina ha un suo rito che non cambia mai. Mi concedo qualche minuto per scegliere una canzone della mia adolescenza che mi accompagnerà per il resto della settimana. È un po’ come aprire un varco temporale che mi permette di aprire una sorta di dialogo con il me stesso più giovane di alcuni – parecchi – anni fa. Le canzoni della mia adolescenza sono i diari che non ho mai scritto ma che hanno saputo raccontare in diretta chi ero e chi stavo diventando. Siamo ciò che ascoltiamo, insomma, e devo dire che la canzone di questa settimana – Sottovoce degli Interno 17 – mi è particolarmente cara: è una di quelle che manda in frantumi il mio sguardo e strizza forte il mio cuore, una di quelle che mi ricorda una promessa che ho fatto a me stesso tanti anni fa e che non ho ancora realizzato.
Naturalmente, come ogni lunedì ci sono pure le canzoni che Shoegaze Blog ha selezionato per te questa settimana. Premi play e costruisci i tuoi ricordi a partire da qui.
Luster, True to you. I contrasti sono alla base di questa bella canzone del progetto losangelino Luster: la drum machine marziale e ossessiva, la chitarra sferragliante (capace di tirare fuori una sequenza di accordi strappacuore) e la voce morbida e sotterranea, che ti accompagna nel cuore di uno shoegaze di carezze e combattimento.
Subway Porno, Comedown. Dalla Russia una band che ha lo scintillio del miglior dream pop con certi crescendo tipici del post rock. Comedown è un lavoro composto da due tracce: la prima è una bella canzone di malinconia autunnale – quella sensazione che ti strappa l’anima in mille pezzettini – mentre la seconda è una traccia strumentale di melodie sospese che lentamente sposta la band dalle parti del kraut rock e della psichedelia cosmica.
Baston, Primates. Un certo suono kraut torna anche con i francesi Baston, con cui ci si trova di fronte a un suono spezzato in due: voce e chitarre post punk, basso e batteria dal passo svelto in pieno stile Motorik. Il singolo omonimo ha un bel tiro davvero.
Corriendo Por El Bajo, Sistema. È un ep di cinque brani e ben mezz’ora di musica che vede questa band argentina tentare la strada dello shoegaze. Il tentativo riesce soprattutto con il brano Ultimos dias, una specie di ballata distorta e sfumata che regala un’atmosfera onirica.