L’ultima settimana di ottobre è la peggiore dell’anno. La sveglia è come sempre alle 7, ma la finestra di camera da letto si apre su una Milano a luci spente. Letteralmente: è buio pesto lì fuori, la luna al posto del sole, l’inverno al posto dell’autunno. La mattina insomma ha il jet leg in bocca e neanche io sto poi troppo bene, mi viene voglia di restare sotto le coperte, nascondendomi dallo sguardo di un lunedì che si preannuncia nero e carico di niente che sia davvero interessante. Poi però mi ricordo di quella volta che mi hai detto che più scuro di mezzanotte non potrà mai fare. E guarda caso, lì in fondo, intravedo un bagliore ritagliare la sagoma dei palazzi attorno.
Oggi per girare a Milano servono le branchie al posto dei polmoni (leggo di tanto sole da altre parti e per la prima volta provo un po’ d’invidia climatica): una giornata così piovosa e insistente ha senz’altro bisogno di volumi alti e rumori a regola d’arte per sopportare meglio l’attesa del tram. E allora Shoegaze Blog chiama all’appello band che sanno come si fa a scuotere la giornata.
The Cherry Wave, Solasta. Più che shoegaze, qui siamo dalle parti di un indie rock vecchia scuola: chitarre in faccia e voce lì sopra, strofe emo e vibrazioni costanti. Un bel disco. Da Glasgow con amore.
Audiobaton, Where you are. C’è uno stile solenne nelle canzoni dei texani Audiobaton: togli i riverberi e trovi un grunge anni Novanta con tutti i crismi (Lie anymore). Aggiungi gli attrezzi del mestiere shoegaze e ti ritrovi con una raccolta di canzoni a base di spleen e malinconia.
Fir Cone Children, Fog surround us. Il post punk frenetico e ad alta intensità emotiva di Green fox (con la voce di Krissy Vanderwoude dei Whimsical e una citazione di Last Christmas degli Wham! all’interno del pezzo) è l’introduzione potente del nuovo disco di questo progetto tedesco dal suono sgangherato, diretto, perfetto.
Useless Cities, How to feel. La costruzione del nuovo singolo dei londinesi Useless Cities è incentrata su un’epica ben precisa, ovvero crescendo dream, melodie pop, concretezza rock. Vale la pena dare loro una possibilità, perché sono molto interessanti.