No Vacation, Dublino. Il dream pop è un gioco serio

Foto: Ilaria Sponda

Dublino, 29 luglio 2019. Chiacchiere allegre in inglese stretto di sottofondo, pinte di Guinness in ogni angolo, un posto a sedere per terra, proprio sotto al piccolo palco del Grand Social. Metteteci anche in apertura la musica “sexy & chill” dei giovani April ed è fatta, ci sono tutti i presupposti per una serata spensierata e da godere fino all’ultimo secondo. Poi, quando i californiani No Vacation prendono il loro posto sul palco e iniziano il loro (comedy) show, ci facciamo tutti più stretti, attratti dalle loro parole e dai loro sorrisi freschi e tutt’altro che forzati. Non vorrebbero essere da nessun’altra parte se non sotto a quelle luci color pastello, pronti a divertirsi.

“Let’s just have fun”

Un lunedì sera per un concerto potrebbe essere un episodio crudele per una band di nicchia, ma non qui a Dublino, non in mezzo a gente tanto accogliente, rilassata e curiosa. I No Vacation sono alla terzultima tappa del loro tour europeo (iniziato il 2 luglio a Stoccolma) ma l’entusiasmo e la nonchalance con cui si calano piano nella performance sono rimasti sicuramente invariati. L’introduzione è breve, ma spiega chiaramente le regole del gioco: ogni battito della batteria calamita chitarre, basso e synth molto dreamy, a tratti nostalgici, per nulla oppressivi“Nostalgia has me feeling bittersweet”: nulla da aggiungere a Lovefool, che senza giri di parole descrive tutto il sapore delle lacrime di chi ama follemente fino a preferire la verità alle bugie. Comunque no, non c’è nulla di depressing nell’aria, si sta come al tramonto su una spiaggia di California a ondeggiare con il corpo e a svuotare la mente. La leggerezza è tutta in August, altro brano tratto dal primo album della band (Amo XO, 2015). Finché c’è il pupazzo di Super Mario a vegliare sul palco si può stare tranquilli e divertirsi.

Nuove vibrazioni dal futuro EP

Tra una melodia conosciuta e una battuta divertente come intermezzo, arriviamo alle novità, che presto – il 30 agosto – saranno pronte per mettere alla prova impianti stereo e cuffiette con bassi incisivi e synth succosi. Spoiler: una di queste nuove canzini si intitola Estrangers e mi ha letteralmente trascinata in un flusso di immagini e sensazioni divertenti, tutte da esplorare, come quando da bambini si testavano i colori e le forme di ogni oggetto a portata di mano.

Diritti al punto. Yam Yam“qui per restare”

Siamo quasi alla fine del concerto, arriva il momento di Yam Yam, che non so per quale motivo e circostanza è il mio pezzo preferito. È quello che mi ha fatto conoscere i No Vacation, quello che ascoltavo guardandomi le scarpe con la nebbia che impregnava i miei capelli color cenere e la mia giacca di piume: succedeva qualche inverno fa, quando ancora non conoscevo la semplice bellezza di camminare mano nella mano con qualcuno, a passo sincronizzato. “Here to stay”: è la frase che infonde più calore, che vale più di un “ti amo” (per me un significante senza significato, quasi un luogo comune), forte quanto una stretta allo stomaco. Una frase così breve, respirata e volatile, incastonata in suoni lucidi sequenziali che lasciano comunque spazio a una dilatazione delle piccole variazioni. Quanto si può andare in profondità con i No Vacation e quanto si può essere liberi di prendere la vita alla leggera! I giochi possono essere seri, se non ci credete chiedetelo a loro e a chi come loro mette i sogni al primo posto e non nel cassetto delle calze a righe