Se il mondo lì fuori è sempre più pazzo, diventa difficile parlare di musica. È faticoso farlo: ma se non ci aggrappiamo alla bellezza, che cosa ci resta allora?
Young Couple, Isn’t anything
Ok, quella portata avanti dai danesi Young Couple per il loro secondo singolo è una strategia di citazionismo scoperto, ma anche un atto di incredibile autosabotaggio: con quel titolo lì si espongono al rischio di una marea di critiche – vogliono davvero mettersi sullo stesso piano dei My Bloody Valentine? In realtà sembra più un omaggio indiretto fatto con tutto l’amore del mondo. Isn’t anything è un intreccio di chitarre dalle distorsioni aliene, melodie lente e malinconiche e un’emotività nostalgica che appartiene di diritto allo shoegaze. Alla fine, non c’è davvero nulla di sbagliato in questo pezzo.
Como Como, L’ombre
Il giro d’accordi dal timbro freddo e la struttura armonica tendente al minimalismo potrebbe far pensare a una versione più accessibile degli Spacemen 3, salvo poi crescere d’intensità e mettersi in scia di certe canzoni dei Beach House, quelle che poi accompagnano i tuoi ricordi più intimi. Il francese Como Como porta con sé una naturale orecchiabilità che rende L’ombre un brano dream pop da manuale, un gioiellino di raffinatezza che si adatta perfettamente alle giornate tenui del primo autunno.
Haze Returns Indigo, If I were you
Haze Returns Indigo è il progetto di un musicista palermitano che vede nella musica l’unico mezzo artistico per sentirsi vivo – così scrive nella bio – e, con le sue canzoni, vuole lasciare una traccia di sé. È una visione della musica come centro di gravità permanente: mettere tutto il proprio vissuto negli accordi di una Jaguar calibrata per fare un gran fracasso. If I were you è shoegaze dritto, malinconico e assordante al tempo stesso, un brano forse un po’ calligrafico nel suono, ma armonicamente efficace. Lui è un cantautore da tenere d’occhio, con la stessa attitudine da outsider di Parannoul, che non a caso di sé scriveva: «Through these works, I want to leave a little trace of my own». Ecco, Haze Returns Indigo potrebbe diventare il Parannoul italiano.
Marina Yozora, Touché
Questa artista dalla biografia cosmopolita (giapponese di nascita, è cresciuta tra Stati Uniti e Vietnam prima di trasferirsi più recentemente a Londra) torna con un nuovo singolo che conferma ciò che avevamo notato con il precedente Daffodils: anche stavolta una canzone essenziale, ipnotica, perfetta così com’è. C’è qualcosa di magico nella scelta dell’arrangiamento, talmente spoglio da essere trasparente, capace di lasciare trasparire le emozioni più profonde di un’artista talentuosa. E quando Marina canta «I still miss you», la si immagina lì con la sua chitarra riverberata, in un luogo sospeso e ovattato in cui c’è posto anche per la tua nostalgia. Il 17 ottobre 2025 suonerà al B-Folk di Roma.
