Lunedì shoegaze. Fragili in tempi difficili

Biatlón

Questa settimana Shoegaze Blog ha quattro proposte che sembrano quasi un manifesto dello shoegaze. Che è da sempre una musica tutt’altro che monolitica o propensa alla ripetizione. Ascolta che cosa abbiamo selezionato e, soprattutto, sostieni queste grandi band.

Como Como, Lovers

Dalla Francia, Como Como racconta l’amour toujours utilizzando pochi ingredienti: la bella melodia sorniona alla Mac DeMarco, l’estetica chillwave, un romanticismo raffinato da retromania – un suono al tempo stesso nostalgico e futuribile. Lovers «crea uno spazio dove un’irragionevole speranza è possibile», si legge nel comunicato stampa. Significa che quando una storia d’amore finisce, non è detto che sia davvero la fine. Una versione dream pop di Amici mai, se vogliamo. Solo con più riverbero.

Cosmetic, Normale

Bart, cantante e chitarrista dei Cosmetic, ha confessato a Shoegaze Blog che il precedente Paura di piacere avrebbe potuto essere l’ultimo disco della band. «Ma veramente vuoi che facciamo un ottavo album? Sono troppi!». E invece, eccoli di nuovo. Per fortuna. Normale è una raccolta di canzoni dense tra shoegaze e rock alternativo che suonano come un live in un centro sociale: distorsioni grosse, pogo il giusto, gole in fiamme. Soprattutto, questi brani raccontano la storia di una band rimasta fedele alla propria idea di musica: un incrocio di fragilità e resistenza in tempi tutt’altro che facili.

Biatlón, Evergreen

I riferimenti messi nero su bianco dalla band nederlandese sono il jangle pop, Sarah Records, l’estetica C86 e tutto ciò che è connesso a quella scena. Già così, insomma, basterebbe per dire che è tutto ok. Evergreen è una canzone in cui qualsiasi elemento gira alla perfezione: riverberi lunghi, malinconia tenue, cantato sommerso, arpeggi squillanti. Un singolo essenziale e azzeccato che ricorda come la musica a volte non abbia bisogno di complicazioni: basta una bella melodia che ti fa sentire subito a casa.

Erin Street, Our bodies need to be fought out

Dai Paesi Bassi, il duo Erin Street si presenta con un singolo credibile, affascinante e oscuro. È una canzone che cresce d’intensità su un riff di chitarra ipnotico, alternando atmosfere umbratili e aperture armoniche. Immagina i Beach House, ma con l’elemento onirico ridotto al minimo. Una canzone da prime ore del mattino, quando i pensieri diventano una matassa fatta di troppi pensieri, molti rimpianti e una manciata di speranze.