Martedì shoegaze. Scusate il ritardo

Bummer Camp

Questa settimana la rubrica Lunedì shoegaze arriva di martedì. Il ritardo sulla tabella di marcia, però, è più che compensato dalla qualità delle proposte. Tre progetti davvero ottimi che raccontano un’idea laterale ed estremamente emotiva dello shoegaze. Premi play.

Vivienne Eastwood, Demise

Il progetto newyorkese Vivienne Eastwood torna con un singolo al momento ascoltabile solo su Bandcamp. È un brano svelto, leggero, minimale, con una chitarrina indie pop che potrebbe appartenere tanto ai Radio Dept. quanto agli Stove e una voce che diventa un mormorio – il tono adatto quando ogni parola diventa il racconto esatto di ciò che stai provando e vuoi un ascolto attento, non distratto. «Parla di ansia e stati dissociativi. Una sensazione imminente di rovina, ma in modo… divertente.», fa sapere Vivienne Eastwood.

Bummer Camp, Stuck in a dream

Anche Bummer Camp è newyorkese e anche per lui la musica è una questione personalissima: ferite interiori, fragilità estreme, collassi emotivi. In un simile scenario privatissimo, però, tante persone possono ritrovarsi. Ed è proprio questo il motivo per cui la musica è un centro di gravità permanente: colleziona solitudini e le trasforma in massa emozionale. Musicalmente, il disco spinge su un indie rock arrembante (Destructive harmony), su distorsioni alla Nothing (la potente Pull the thread) ma pure su un pop disarticolato alla Alex G (Animal in a cage).

Silk, Faze

Dietro il nome Silk si cela Michael Smyth, chitarrista degli irlandesi Virgins, una band che Shoegaze Blog segue e ama da tempo. Il suo progetto solista è shoegaze nella forma più pura: chitarre stratificate e sabbiose, voci sommerse due piani sotto il mix, un’atmosfera onirica che trasforma lo spazio intorno in una pellicola sovraesposta, come un disegno astratto dai colori accesi, vibranti, alieni. Per citare lo stesso Smyth, «il suono di Silk esiste in quello stato di purgatorio che risiede a metà tra la veglia e il sonno».