Playlist. Undici canzoni shoegaze con un finale bellissimo

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Quando sono incappato in Thru the eyes of Ruby degli Smashing Pumpkins avevo appena quattordici anni ed ero un ragazzino filiforme e un po’ curvo come un punto interrogativo fatto male, con orecchie perennemente incastrate su suoni standard e senza errori: strofa-ritornello-strofa-ritornello-assolo-ritornello. La musica, insomma, spesso è soltanto una reiterazione del reato. Quel brano, invece, conteneva qualcosa che non avevo mai sentito prima: un finale. O meglio, un colpo di scena al termine della risacca psichedelica, un one more thing che promette un nuovo inizio e che però finisce in un nulla di fatto, come un sogno che si risolve in un ricordo ovattato di pochi secondi e molti sospiri. Per parecchio tempo non gliel’ho perdonata, a Billy Corgan: ho sempre pensato che quel giro di slide e malinconia fosse troppo bello per essere relegato ai titoli di coda di una canzone. Invece aveva ragione lui: ho ascoltato la versione integrale di quella composizione – si trova nell’edizione deluxe di Mellon Collie – e, beh, è un po’ come tutti i misteri svelati: se togli la magia, ti resta solo una piccola delusione da smaltire. In sostanza, da decenni sono ossessionato dalle conclusioni a sorpresa: le bramo, ma quasi nessuna band me le regala. Ecco che allora il vostro amichevole Shoegaze Blog di quartiere ha realizzato una playlist Spotify composta da undici canzoni shoegaze con un finale bellissimo. Salvala nella tua libreria, premi play e attendi il momento giusto per dire wow. E fammi sapere se hai qualche altra traccia da suggerire.

1. Slowdive, Catch the breeze. La definizione esatta di shoegaze la puoi ascoltare a partire dal minuto 2.49.

2. The Radio Dept., A token of gratitude. Vorrei vivere una vita come questa canzone: sospesa, un po’ malinconica, a tratti magica.

3. Greet Death, New hell. «Is this a new hell? Are you my bad dream?»: per rispondere a queste domande lasciati travolgere dal flusso infinito di questo brano maestoso.

4. My Bloody Valentine, Honey power. Un suono super imbizzarrito che viene sedato da una conclusione a sorpresa.

5. Astrobrite, Crasher. Una band al suo massimo, un brano imperdibile.

6. Kairon; IRSE!, An bat none. La psichedelia non è mai stata così tosta, potente, contemporanea. Vorresti che durasse per sempre.

7. M83, Noise. Semplicemente totale.

8. Nothing, Tired of tomorrow. E poi il silenzio.

9. A Place To Bury Strangers, I lived my life to stand in the shadow of your heart. Ti suggerisco caldamente di abbassare il volume prima che il brano termini.

10. Pinkshinyultrablast, Marigold. Un finale che è astrattismo puro: bellissimo.

11. Amusement Parks On Fire, Infernal flame. La spiegazione esatta dell’espressione “fare fuoco e fiamme”.