Quarantena shoegaze. Il rumore come bene primario

Day & Dream

Si parla della possibilità che i concerti tornino soltanto nel 2021, il che vuol dire essenzialmente una cosa: abbiamo un problema. Come (e quando) se ne uscirà è l’aspetto più importante perché ci dirà molto del mondo che ci attende al di là di questa pandemia. E allora il bellissimo rumore di cui è capace lo shoegaze, in fondo, andrebbe messo tra i beni primari: in un periodo come questo, alzare il volume è il modo migliore che conosco per zittire i sussurri di ogni tipo di paura.

Day & Dream, A study in the pixels of your face. Probabilmente è un caso, ma il nuovo super singolo della band americana racconta perfettamente questo periodo di isolamento e di amori piegati – ma non spezzati – dalla distanza. “A study in the pixels of your face, you’re so far away from me”: boom. Nel mezzo, chitarre e melodie regalano colori fluo a questa maledetta nostalgia della nostra vita prima del Covid.

Shimmerance, Shimmerance. La nuova band di riferimento della scena shoegaze russa si chiama Shimmerance e sembra proprio che da quelle parti sappiano mettere bene in pratica il concetto di impatto sonoro. Sono più acerbi rispetto ai connazionali Blankenberge, con cui condividono una certa narrazione di epicità alternative rock, ma sono anche dotati di buone armonie e, soprattutto, di una predilezione per suoni densissimi, quasi fisici.

Animal Ghosts, Will. Nel giro di un mese o poco più, lo statunitense Cliff Barnes ha pubblicato due album (Wane e Will) di alto profilo. A livello di riferimenti, il primo nome che mi viene in mente è Kraus, a causa della predilezione in comune per un pop casalingo, fracassone e dritto in faccia. Una musica fragorosa e sussurrata – uno splendido paradosso – che qui trova agio e possibilità di espressione. Consigliato.