Ascolta la playlist con le migliori canzoni shoegaze del 2024

Nuovo aggiornamento della playlist Shoegaze 2024, che contiene le migliori canzoni shoegaze e dream pop dell’anno (qui per Apple Music). Tra le nuove entrate, Glazyhaze (copertina), Mo Dotti, Turquoise, Wishy, Mona Et Toi, Ghosts Of Cinema, Leavs, Smush, Misha Chylkova, Øverflow, Heaven Or Las Vegas, Disarme. Salva, ascolta, condividi: c’è bisogno di tutta la tua passione. L’avvertimento, come sempre, è che questa non è una classifica.

  1. Glazyhaze, What a feeling. Non è la cover del pezzo di Giorgio Moroder; anche se non sarebbe stata una brutta idea; comunque spaccano tutto.
  2. Sadplanet, Four days. Trent’anni di shoegaze in cinque minuti; basta con gli oceani; ciò che cerchi dalle belle canzoni.
  3. Burrrn, Destruction. Viva il 1991; potrebbe durare quattordici ore e non ci stancheremmo; ho perso il conto dei pedali accesi.
  4. Clinic Stars, Kissing through the veil. Slowcore; i primi Beach House; spegni la luce e abbracciami forte.
  5. Pale Rider, Your faces. Le canzoni non sono enigmi; quell’epicità che non si sente più in giro; tra un secondo la canti anche tu.
  6. Miners, Why can’t I. Pianissimo e fortissimo; Nirvana; un futuro radioso per il pianeta terra.
  7. The Virginia Planes, Kiss in the morning. Sottovoce; scateniamoci; tutta la notte fino al mattino.
  8. Opinion, Missing something that never happened. Festa in casa senza i genitori; falsetti rock’n’roll; distorsioni al massimo.
  9. Pink Breath Of Heaven, Always. Sei sempre la stella costante; alti e bassi; la colonna sonora dei nostri giorni insieme.
  10. Talk Is Cheap, Dead or dead (milky vrs). Jangle pop; nome contrario a ogni logica seo; la gen z che suona come la gen x.
  11. Tanukichan & Wisp, It gets easier. L’amore sopravvive finché non si spezza; voci fantasmatiche; lo sai, lo sai, lo sai.
  12. Chiaroscuro, Chiaroscuro. Zoomergaze; finalmente un nome da band; Shields Blender.
  13. Audiobaton, Something. Identici ai My Bloody Valentine; realmente identici; eppure il pezzo è molto figo.
  14. Trentemøller & DíSA, I give my tears. Un ultimo ballo a Twin Peaks; nostalgia del futuro; voci emozionanti.
  15. Mondaze, Linger. Alla BBC apprezzeranno; Nothing; ascolta come suona questa Mustang.
  16. Deary, Selene. Dream pop ultraclassico; melodie nostalgiche; tornare da te.
  17. Novanta, Rena. Autopromozione; riverbero a dismisura; lo senti il vento.
  18. DIIV, In amber. Come scomparire definitivamente; lo shoegaze è il nuovo grunge; diventare persone migliori.
  19. Oeil, Quiet lights (2:00 AM version). Che ore si sono fatte?; luci soffuse; chitarre assordanti.
  20. Phantom Handshakes, Good intentions. Lontani da chiunque; luci accecanti in direzione opposta; le buone intenzioni.
  21. Misha Chylkova, Love, or. L’amore oppure; notturno a Milano; estetica noir.
  22. The Backlash, As real… Meglio della reunion degli Oasis; a scuola di psichedelia; senti come pesta la batteria.
  23. Cosmetic, Vuoto. Solo per riempire un vuoto; la modernità ti schiaccia; metti ‘sto Big Muff.
  24. Disarme, Change. Generazione Y; generazione why; i nostri tormenti.
  25. All You Can Hate, Not gonna change the world. Gli Smiths che suonano shoegaze; sentirsi impotenti di fronte al mondo; non si esce vivi dagli anni Ottanta.
  26. Naturamorta, Settembre. Il mese più amaro quando sei adolescente; suono roccioso; voce delicata.
  27. Laavu, Never. One two three four; chitarroni; ritornelli a pieni polmoni.
  28. Korder, Falling awake. Balliamo un lento; sogni; Beach House introversi.
  29. Huge Molasses Tank Explodes, Tenuous form. Kraut rock e tutta quella musica storta; chitarre sotto lsd; voci sfalsate.
  30. Casino Hearts, In & out of time. Ferite ancora aperte; parole taciute per troppo tempo; Bowery Electric.
  31. Julie, Claibourne practice. You made me realise; fortissimo e velocissimo; finale un po’ così.
  32. Ultrasaturated, Luna. Tutt’altro che ultrasaturi; Diiv prima maniera; spunta la luna dal monte.
  33. Brina, Nel buio. Vibrato; canticchiare sottovoce in mezzo al casino; emo-tività.
  34. Alas de Liona, Violet. Danzare sul ciglio dell’abisso; notti agitate; voci deliziose.
  35. Virgins, s l o w l y, l o n g. Titoli scomodi da scrivere; c’è chi canta davvero; riverberi a cascata.
  36. Highland Eyeway, Starling. Un sacco di riverbero; un crescendo che ci gasa; voci lontanissime.
  37. Delfíni v Brnění, Nedovolená. Shoegaze liceale pensato per tutte le età; ai miei tempi mica si suonava così; chitarre a cascata.
  38. Fir Cone Children, You are my animal. Beach Boys meet Wavves; falsetti estivi; noise pop come dio comanda.
  39. Sara Devoe, Sleep with me. A forest dei Cure; potenziometro del riverbero tutto a destra; tornerà un altro inverno.
  40. Magic Shoppe, Whore. Parental control; The Raveonettes e un po’ di altra musica storta; riff aggressivi.
  41. Il Ragazzo Del Novantanove, Domenica. Momenti molto difficili; fuori nevica; empatia.
  42. Heaven Or Las Vegas, Laguna beach. Indie rock + post punk + dream pop; veleno nella voce; i Cocteau Twins non c’entrano nulla.
  43. Moonpools, Say anything. Alvvays; piangere tutto il tempo su melodie allegre; tastierona epica.
  44. Mariuk, Thieves. Partire con nulla in mano se non i propri sogni; finché la barca va; mai arrendersi.
  45. Cigarettes For Breakfast; Solitaire. Shoegaze in versione gen z; dimenticare i problemi; la solitudine fra noi.
  46. Ultranøia, Astratta. Pogare malinconicamente; Drop Nineteens; tutt’altro che noia.
  47. Punchlove, Apartment. Male di vivere; voglia di andare via; e invece siamo qui.
  48. Honeyboi, Piccio. Catarsi shoegaze; bassissima fedeltà; altissima emozionalità.
  49. Bear Of Bombay & The Mystic Morning, A new wonder. Shoegaze ed elettronica; suoni perfetti; la meraviglia che arriva.
  50. Saint Mary Candy, SinKing. Dream pop da manuale; voce del verbo peccare; chitarre squillanti.
  51. Janna Jamison, Missing u. Commedia statunitense in cui ti manca qualcuno terribilmente; canticchiare in cameretta; fare baccano con la chitarra.
  52. Colatura, Suffer dude. Soffrire bene; dipendenza dalla pioggia; l’estate sta finendo.
  53. Øverflow, Runaway. Teen spirit; non nel senso dei Nirvana; tienili d’occhio.
  54. Maquillage, Phones. Non avrai altro dio al di fuori del fuzz; vuoti e pieni; riverbero.
  55. Cruush, As she grows. Abbasso il quattro quarti; frenesia; dream pop ben corazzato.
  56. Can D, Do I terrify. Sylvia Plath; lo vuoi un palloncino; shoegaze do it yourself.
  57. Fyouneral, Flower boy. Notte fonda; notte insonne; Ruby Haunt.
  58. swan•seas, Fuzzy feeling. Maledetto pallino nero; anni Novanta in USA e UK; Jaguar e Jazzmaster vintage.
  59. Bloody Knives, Deeper. Pogare selvaggiamente con vestiti glitterati; tastiere che sembrano chitarre e viceversa; alta velocità.
  60. Mo Dotti, Pale blue afternoon. Ortodossia; suoni stratificati; tornado o giù di lì.
  61. Softcult, One of the pack. Essere gentili in un mondo di merda; puoi contare su di me; ritornello killer.
  62. Lozenge, Interloper. My Vitriol; sotto il palco c’è il pandemonio; amplificatori valvolari.
  63. Magazine Beach, Turnaround. Ancora chitarroni; voci in stile folk anni Settanta; punk emozionale.
  64. Cusp, Your freedom. Ritmi elaborati; vago risentimento; cambi di registro.
  65. Wallace Welsh, Stargazing. Delay; shoegaze a bassa fedeltà; cameretta forever.
  66. Whitelands (feat. Deary), Tell me about it. Band del momento; Just for a day; quattro del mattino.
  67. Pinhdar, Cold river. La vita non fa sconti; martellate post punk; atmosfere claustrofobiche.
  68. NewDad, In my head. Arpeggi; frasi da dire per chiudere una storia; festa del papà.
  69. Grigio Scarlatto, Guacamole. Parapappapà; dipendenze; vent’anni per sempre.
  70. So Totally, Doz roses. Inviare una dozzina di rose; cambi di tempo; cantare sussurrando in mezzo al casino delle chitarre.
  71. Glitterspitter, Harley. Pop d’alta classifica in un’universo parallelo (e migliore); basso saltellante; le chitarre ci sono.
  72. Holding Hour, Come undone. Dimmi qualcosa di dolce; passo lento ed emozioni veloci; nostalgia anni Novanta.
  73. Kodaclips, Viola. Accelerazioni emo; giocare insieme su quella spiaggia; festa goth in cui accade di tutto.
  74. Draag, Orb weaver. Immagini oniriche; chitarre ma non chitarroni; svegliarmi accanto a te.
  75. A Day In Venice, Stillness. Musica che ti prende sul serio; una gara in cui tutti vincono; emozioni oltre il livello di guardia.
  76. Luster, Like I do. Shoegaze a bassa fedeltà e ad alta intensità; My Bloody Valentine altezza M B V; still in a dream.
  77. Haermape, Mimic. Dreamy dream pop; musica da un’altra dimensione; all’improvviso il rumorismo dolce.
  78. Love While Hating, Soft punches. Chitarrine e chitarrone; introversione; tifiamo per l’amore.
  79. Clowder, Window seat. Lato finestrino il posto più ambito; ancora grunge introverso; stop and go.
  80. Twin Coast, How we can’t. Rumore fatto bene; shoegaze contundente; voce incomprensibile.
  81. Svalblue, Amelia. Chitarre che fanno oOoOoOo; bella potenza; zero compromessi.
  82. Blushing, Silver teeth. Smashing Pumpkins; alza il volume; musica aggressiva + voci gentili.
  83. Soft Blue Shimmer, Canti. Non è in italiano; duetti; indie rock fatto bene.
  84. Wishy, Sick sweet. Miglior intro dell’anno; balliamo senza coordinazione; una vita dolce e
  85. Starflyer 58, 909. Leggende; i giorni migliori della tua vita; tornare a casa.
  86. Turquoise, Nouvelles images. Cigarettes After Sex; dream pop malinconico; la notte.
  87. The FaunsClear. Suoni avvolgenti; epicità; M83.
  88. Mona Et Toi, I feel my love. Francia + Gran Bretagna + Iran; Cocteau Twins e David Bowie; chill wave.
  89. Ghosts Of Cinena, In spite of everything. Tu passi da sogno a sogno; rumore dolce; nonostante tutto.
  90. Leavs, To be here, to stay here. Alza il bpm; sussurri shoegaze; chitarre bagnate nel riverbero.
  91. Smush, Fivefivefive. Oggi si fa shoegaze così; rabbia struggente; una gran botta sonora.