L’elemento decisivo che spiega il clamoroso riscontro di My anti-aircraft friend dei Julie è l’approccio sonoro della band. Un esempio è Claibourne practice, presente nella nostra playlist Shoegaze 2024: l’arrangiamento richiama gli sbalzi d’umore di You made me realise dei My Bloody Valentine, con uno schema quasi identico. Tuttavia, i Julie sono i Julie: l’identità è chiaramente distinta. A fare la differenza non è il mastering aggressivo, ma una freschezza innegabile e soprattutto un atteggiamento corsaro – vagamente Swirlies – che si sublima in un rogo per certi versi emocore, qualcosa che richiama corpi in movimento e cuori all’unisono. Questo è, in sintesi, l’album che ha bucato l’universo ristretto di Reddit per dettare l’agenda ai top player del giornalismo musicale online.
Un suono feroce ma orecchiabile, definito con troppa leggerezza come shoegaze, ma che in realtà esplora altre possibilità del rock alternativo. Se da un lato il disco sembra concepito con una certa rigidità artistica – c’è un solo suono di chitarra e le variazioni si concentrano principalmente sull’alternanza tra pieni e vuoti – dall’altro la scaletta dei brani funziona così com’è. My anti-aircraft friend andrebbe per la verità ascoltato tra qualche anno, perché l’attuale entusiasmo attorno alla band – un hype a dir poco fragoroso – potrebbe essere controproducente nel breve periodo: troppi elogi di solito attirano altrettante critiche e i Julie rischiano di diventare un nome divisivo. Tuttavia, il trio sembra in grado di sopravvivere ai cambiamenti delle mode e, forse, il meglio deve ancora arrivare. Per quanto un ottimo disco non necessariamente debba essere raccontato come un capolavoro, non sarebbe sorprendente se, nell’arco di un decennio, questo esordio venisse ricordato come un punto di svolta nella scena indie rock.
