Alison’s Halo. Le nostre band preferite non si sciolgono mai

Sono sicura che voi liberi e belli avete già pianificato il vostro tour estivo anche fatto di niente, ma almeno un niente dedicato. Non l’avete ancora fatto? Tranquilli, ci sono band del panorama shoegaze del passato che non hanno mai pianificato nemmeno un vero tour meritato. Hanno fatto musica piena di valore ma trascurata e soffocata, distante dal concetto di promozione che abbiamo oggi. Il gruppo in questione si è esibito quasi sempre come spalla ad altri. Come turisti zaino in spalla hanno seguito un percorso senza una meta. Loro sono gli Alison’s Halo.

Il singolo Dozen

Li conobbi con il singolo Dozen inserito nella splendida raccolta del 2016 Still in a dream: a story of shoegaze 1988-1995, dell’etichetta Cherry Red. Li troverete tra le ultime tracce, l’ultima fila del bus turistico della storia dello shoegaze e che la citata raccolta ben ci narra. La band si è formata nel 1992 a Tempe, Arizona. I membri principali sono stati la cantante e chitarrista Catherine Cooper, il chitarrista Adam Cooper. Nati insieme al bassista Lynn Anderson e la compagnia di un quarto amico di occasione, ovvero una drum machine soprannominata Alesis SR-16 “Alison”, prima dell’arrivo del batterista Thomas Lanser e poi un nuovo bassista, David Rogers e un altro batterista, Roger Brogan.

L’unico scrigno

Gli Alison’s Halo si sciolsero alla fine degli anni Novanta come tanti, sommersi da altre scoperte. I signori Coopers nel 2009 pubblicarono materiale digitale nel loro sito ufficiale e nel 2017 una ristampa ampliata in vinile di Eyedazzler. Questo primo, vero e unico scrigno che uscì proprio in questo periodo estivo fu la cornice per qualcosa di creato nel tempo e lasciato ai sogni. È un disco composto da 16 brani, materiale sparso raccolto in quattro anni.  

Momenti di sole e tempesta

È perfettamente realizzato da intelligenze gaze, con chitarre lasciate al loro sporco e magico destino, momenti di sole e tempesta, perfetti equilibri di crescendo ritmico. La voce vivace e intelligente di Catherine non è mai pop, non si lagna in nessun ritornello e infatti i ritornelli sono quasi ironici per il genere, non esistono. Non c’è nulla di già sentito e noioso, tutto è articolato da grandi e piccole idee arrangiate. Avete presente gli Asobi Seksu? O gli Ozean? Allora saprete che sto parlando di grande raffinatezza.

Qui con noi

Sapete cosa li rende anche puro shoegaze? La durata dei brani che spesso sono indifferentemente lunghi. Gli Alison’s Halo non si sono mai giustificati per il loro lavoro, hanno creato tutto al buio dei loro interessi. Qui l’interesse vero è la creazione. Ma queste nostre band shoegaze fantasma o fantasmagoriche sono gruppi che si sciolgono davvero? Sciogliersi vuol dire trasformarsi in qualcosa di liquido che finirebbe fisicamente da qualche parte. La band shoegaze e dream pop degli anni Novanta non si sciolgono mai, ma si sublimano. Finiscono aeree nell’etere e potrebbero sempre riprendere forma. E infatti gli Alison’s Halo sono qui: questo autunno, per esempio, saranno in tour con i Panchiko e TikTok sta iniziando a spingere.

La musica resta

È davvero assurdo e allo stesso tempo affascinante riscoprire band trascurate, c’è sempre speranza per la musica perché resta. È l’amica che non va mai in vacanza. In questi anni di diffusione super global abbiamo la fortuna di fare viaggi nel tempo. Prendetela così: questo articolo è la mia faccia ferma al negozio di dischi mentre vi sparo il nome di questa band nell’attesa che sul vostro viso nasca un sorriso, un barlume di interesse o un possibile ricordo. Care band nascoste… il caldo non vi scioglierà! Resistete e continuate a creare.